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Roma futura con progetti "possibili"

Gianni Alemanno

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Il sindaco Alemanno ha delineato un programma per cambiare Roma nell'arco del prossimo decennio. È un programma ambizioso: da sempre chi è stato al governo della città si è dovuto scontrare con un muro di gomma di rigidità. È un programma necessario: se Roma non effettua un salto di qualità che la ponga almeno alla pari con Berlino, Londra e Parigi (in termini di reddito, attività e qualità della vita), l'intera Italia sarà relegata in serie B. Il processo, iniziato con la «Commissione Marzano», sta continuando verso «Stati Generali» (in maggio) per la definizione del Piano di Sviluppo Strategico di Roma Capitale tramite seminari (workshops) tra il sindaco e la giunta, da un canto, ed esperti anche internazionali, dall'altro. I progetti proposti avranno verosimilmente costi superiori alle risorse disponibili; rischiano di venir approvati, o scartati, in base alla capacità di argomentazione dei proponenti o ad un mero mercanteggiamento. Ciò vuol dire definire tempestivamente «parametri di valutazione» e «criteri di scelta» - i primi per valutare ogni singolo progetto, i secondi per fare una graduatoria tra i progetti valutati positivamente. Un metodo possibile consiste nell'utilizzare i «parametri di valutazioni» consueti dell'analisi economica e finanziaria, dando una forte ponderazione al contenuto «high tech» (per riflettere la vocazione tecnologica di Roma). Ad essi corrisponderebbero «criteri di scelta» più squisitamente politici, ancorati all'occupazione e al sociale. Il ruolo della Politica non verrebbe sminuito ma esaltato. Giuseppe Pennisi

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