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«Pazienti costretti a emigrare» L'allarme dei paraplegici

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«Ipazienti con lesioni al midollo spinale sono costretti ad emigrare in altre regioni. Perché a Roma e nel Lazio non ci sono posti a sufficienza». Il presidente dell'associazione paraplegici di Roma e Lazio, Vincenzo Falabella, lancia l'allarme: all'unità spinale unipolare del Cto ci sono solo 16 posti letto disponibili (nel 2000 ne furono previsti 32) a fronte di almeno cento nuovi casi annui. Pazienti che in media hanno bisogno almeno di sei mesi di cure. Una recente stima dell'Agenzia di sanità pubblica prevede un'incidenza di 20 casi annui per ogni milione di abitanti. Un dato che, secondo Falabella, «è sottostimato» dal momento che la Federazione italiana paratetraplegici ha contato almeno ottantamila persone con lesioni al midollo spinale in tutta Italia. E l'unità spinale unipolare di Roma non è un centro qualunque. È fondamentale per chi necessita di un percorso riabilitativo, sia fisico che psicologico, dal momento che è l'unico centro di riferimento non solo per il Lazio, ma anche per tutto il Sud d'Italia. Ed è una delle poche unità spinali a poter ricoverare pazienti che hanno bisogno di una ventilazione meccanica. È per questi motivi che i paraplegici sono in ansia e chiedono di non dare seguito a un ulteriore taglio all'unità del Cto come previsto inizialmente nel piano di riordino della rete ospedaliera. Tanto più che l'ospedale della Garbatella ha già perso il Dea di secondo livello che gli consentiva risorse maggiori. L'associazione dei paraplegici laziali chiede di spostare l'unità spinale in un policlinico: «Solo così è possibile garantire i livelli minimi essenziali di assistenza», dice Falabella. Questo tipo di pazienti, infatti, ha bisogno di cure molto particolari: da 6 a 8 mesi per una lesione «alta», da 4 a 6 per una lesione «bassa». E il fatto che qualcuno scelga di emigrare ha comunque dei costi che si ripercuotono sulle casse regionali. Falabella ricorda che «i 17 ricoveri fuori dalla regione di cittadini laziali nel 2004, pari a 1.600 giorni di degenza, sono costati 1.265.000 euro. Gli 11 ricoveri del 2006, pari a 1.200 giorni, sono costati quasi due milioni. In pratica, il sistema sanitario regionale riuscirebbe addirittura a risparmiare se nel Lazio ci fossero più posti». Poi c'è il nodo dei «fondi fantasma». Falabella ricorda che «ci sono 1.300.000 euro destinati dallo Stato alla Regione un anno fa per l'unità spinale che non sono ancora stati utilizzati».

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