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Via Poma, avvocato suicida nel condominio maledetto

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Cosìieri si è ucciso Massimo Buffoni, 50 anni, avvocato penalista. Nessuno aveva idea che l'uomo stesse vivendo un momento così difficile da portarlo a un tale gesto. Luogo della tragedia, lo stesso condominio in cui, diciannove anni fa, fu ritrovato il corpo senza vita e straziato da 29 coltellate di Simonetta Cesaroni. Ma in via Poma c'è un altro precedente. Il 24 ottobre 1984 fu uccisa, soffocata con un cuscino, Renata Moscatelli, 68 anni: a trovare il cadavere nella camera da letto fu la sorella Adriana, moglie separata del marchese Giovanni Theodoli Braschi. Tornando alla vicenda di ieri, Massimo Buffoni era andato abbastanza presto nel suo studio. Più tardi, sia il figlio di nove anni che la suocera hanno cercato più volte di mettersi in contatto tramite telefonino. Inutile, nessuna risposta. A questo punto la donna si è insospettita e ha chiamato i soccorsi mentre andava davanti al palazzo di via Poma. Da lì la scoperta del cadavere a opera dei vigili del fuoco, chiamati per aprire la porta dello studio. Il corpo era su una sedia, mentre sulla scrivania la polizia ha trovato una lettera e il telefono cellulare dell'avvocato con registrati i tentativi di chiamata dei familiari. La scientifica ha subito iniziato i rilievi. All'ingresso del portone sono arrivati a gruppi, parenti e amici: alle 18 erano già una trentina. «Non riusciamo a crederci - ha detto un amico d'infanzia con le lacrime agli occhi - L'ho incontrato lunedì scorso. Era gioviale e sereno. Nulla poteva far presagire quello che è accaduto». Gli agenti del commissariato Prati indagano per fare piena luce sui motivi del suicidio.

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