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Prima l'incontro con Renata Polverini poi, un paio di giorni fa, con il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini.

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L'attivitàpolitica del sindaco Alemanno non si è mai interrotta, anzi, è proprio lui a tessere le fila di un sistema di alleanze per le regionali di marzo che non può non avere Roma come tassello fondamentale per completare il quadro di strategia e di programmazione politica del centrodestra. E il punto è proprio questo. Il nome di Antonio Tajani come sempre più probabile candidato del Pdl alla guida della Regione Lazio, ha spiazzato molti. Soprattutto per il fatto, non secondario, che la decisione del candidato venga esclusivamente dall'alto. Una «partita» insomma tra Berlusconi e Fini, senza che ai quadri locali venga data alcuna possibilità non tanto di decisione quanto piuttosto di «consultazione». Eppure, senza Roma non si prende il Lazio. Lo sa bene Alemanno che avrebbe lamentato proprio uno «scarso coinvolgimento» nella scelta del candidato alle regionali. E per questo, al nome di Tajani avrebbe replicato con quello di Augello. Anche perché certamente la scelta di alleanze e candidati alla Regione porteranno un «assestamento» anche nella giunta capitolina. Il rischio, insomma è che Alemanno paghi il conto senza consumare. Lo sa bene Storace che, tra le righe consiglia: «Si cominci a pretendere una candidatura certa per il Lazio, che di questa telenovela non se ne può più». A buon intenditor...

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