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Concept store, quando al ristorante compri il tavolo

La tendenza del

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Il primo concept store aperto a Roma fu il «Tad» e si trova in via del Babuino da allora si sono moltiplicati i biblio-cafè, i nails-bar per prendersi un tè con le amiche mentre vi fate un french manicure e quella che è definita la nuova filosofia del commercio è diventata una realtà diffusa, anche in un mercato tradizionalista come il nostro. Lo shopping perde la sua valenza funzionale e acquista valore di esperienza, di percorso sensoriale, di conquista del comfort. Negozi come «Urbana 47», il «ReRe Cafè» o il «Fleur» hanno sposato questa filosofia che sta riscontrando successo. Vi sarà capitato di entrare in un ristorante, pensare «adoro queste sedie» e provare a chiedere al cameriere: «È possibile acquistarle?». Esistono ristoranti dove al posto del solito «No mi dispiace» potreste sentirvi dire: «Certo le porto il listino». Da «Urbana 47", in Via Urbana 47 (Rione Monti) con il menù e la lista dei vini, i camerieri presentano anche un listino prezzi degli articoli per l'arredamento. Così oltre alla ricevuta fiscale ci si può portare a casa il tavolo su cui si sta cenando, la lampada appesa al soffitto o la sedia su cui ci accomodiamo. Si tratta di modernariato e arredamento vintage anni '50 e '60, uno stile che ormai da qualche anno va per la maggiore. Sono disponibili sgabelli Tolix, sedie in pelle Perriand, poltrone decò e anche complementi d'arredo originali, come, per esempio, un proiettore cinematografico. «La nostra prerogativa è anche la qualità degli alimenti che proponiamo, tutto biologico, a km zero e filiera corta» puntualizza la titolare. Ciò significa che tutti i prodotti sono locali, acquistati direttamente dal produttore e stagionali. Per chi invece ami lo stile kitch, a Ponte Milvio, in via Flaminia Vecchia, 475 c'è «ReRe», un winebar shop basato sullo stesso concetto solo che applicato a uno stile tutto maculato. Un vero e proprio concept store si chiama «Fleur luxury living» e si trova in via Bocca di Leone, 46. Questo nuovo concetto di vendita è caratterizzato dall'eterogeneità di gestione, superficie e merceologia e ha come obiettivo quello di allestire un'esperienza di scoperta attraverso diverse suggestioni provenienti dalla varietà dei prodotti esposti e dall'architettura dell'ambiente. «Per me questo negozio è una scatola: girando per il mondo, prendo quello che più mi colpisce e lo metto qui dentro per proporlo ai miei clienti». A parlare è il titolare di questa scatola gigante, infatti il negozio è ampio cinquecento metri quadri e la sua particolarità architettonica sta nel fatto che parte del locale si trovi su una superficie che un tempo era la corte del palazzo, in estate si apre la copertura e questa zona rimane «a cielo aperto». «Fleur», si divide in cinque sezioni principali: il ristorante, aperto no-stop dalle dodici alle venti, tutti i giorni; l'home collection, che propone uno stile d'arredamento nuovo-classico, sempre alla ricerca dell'originalità; la boutique, che predilige la selezione di griffe francesi, londinesi e newyorkesi; il parrucchiere e make up, con lo staff del hairstylist, Roberto D'Antonio e con i trucchi di Shu Uemura; la profumeria con prodotti ricercati e anche una linea ispirata al fumetto gay Tom of Finland, ironica e irriverente. Questa è la tendenza che ormai da qualche anno ha preso piede. Allora perché non concedersi un massaggio rilassante nella sala d'attesa del dentista, qualche minuto nell'area fitness del bar per smaltire il cornetto alla crema o una toletta per cani dal salumiere? Se avete un'idea stravagante cominciate a valutarla seriamente.

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