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Influenza A, pochi vaccini Medici pronti alla riffa

Il vaccino per l'influenza

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Nei circoli anziani corre voce che la questione degli anticorpi sviluppati nell'arco di molteplici influenze, che renderebbero gli ultrasessantacinquennni più resistenti al nuovo virus, in realtà sia solo una scusa per escluderli dalla campagna vaccinale (e «sgravare di un peso le casse dell'Inps», sospettano i maligni). Deve essere anche per questo se negli studi dei medici di famiglia, i dottori sentono già il fiato sul collo di molti pazienti delle categorie escluse, e non solo tra la popolazione anziana. Il pressing per ottenere una dose è già iniziato. Compresi gli espedienti per assicurarselo. «Vanno a farselo prescrivere in ospedale e col certificato in mano si presentano in studio e pretendono di farlo» conferma il segretario regionale Fimmg (la federazione dei Medici di famiglia) Pierluigi Bartoletti, che racconta. «L'altra sera - dice - due colleghi ci hanno manifestato le loro perplessità di fronte alle richieste di altrettanti pazienti, che pretendevano gli venisse somministrato il vaccino, prescrittogli in ospedale», uno è arrivato dal suo medico con la ricetta del «San Camillo», l'altro del «Fatebenefratelli», il presidio ospedaliero sulla Cassa in zona Tomba di Nerone. Ma le perplessità non finiscono qui. «Come ci comporteremo se il numero dei pazienti a rischio dovesse superare quello delle dosi disponibili?» si chiede Bartoletti. I medici di famiglia si dicono pronti a mettere in un bussolotto i nomi e a tirarli a sorte, pressati come sono dalle richieste di quanti temono di restare esclusi. «Faremo la riffa» conferma il segretario Fimmg. Ma le perplessità non finiscono qui. Pare che il vaccino non arriverà in dosi singole, come quello per l'influenza ordinaria, ma multidose: «10 dosi con 10 siringhe da consumare in giornata». Il rischio è che «ne vadano sprecate più di una» senza un'adeguata «organizzazione» che, per Bartoletti, non può prescindere dall'«affiancamento ai medici di famiglia di personale infermieristico». Questo anche «perché - spiega il segretario Fimmg - il vaccino in arrivo, il Focetria, contiene un audiuvante che potenzia in tempi brevi l'immunità e allunga la copertura ma può dare più fastidi, come dolore e rossore sul braccio». Bisognerà spiegare ai pazienti di «non strofinarsi la parte con alcol», e sarà necessaria una «maggiore informazione» anche per le «co-vaccinazioni». E poi c'è la questione della «farmacovigilanza», trattandosi di una nuova malattia, e di un nuovo vaccino fatto a tempo di record, e bisognerà spendere più tempo a informare i pazienti, ma anche a seguirli nelle fasi successive alla duplice vaccinazione, su entrambe le braccia. Insomma, oggi arriva la nuova ordinanza ministeriale e «se non arriveranno subito direttive chiare dalla Regione su cosa ci si aspetta dai medici di famiglia» l'ansia prenderà anche ai medici. E la diretta di informazione ai colleghi sul sito www.Fimmgroma.org di ieri sera è la prova che annaspano davvero.

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