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«Addestrati alla guerriglia urbana»

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.Amano definirsi «ammortizzatori» dell'emergenza abitativa, la più grande a Roma. Ma i metodi usati da chi occupa e denunciati da chi ha sgarrato le regole ferree imposte agli "inquilini" delle case occupate, che pagano fino a 150 euro per dormire in una stanza con bagno in comune, smentiscono la buona fede di chi a Roma s'è preso un patrimonio: 115 immobili, tra pubblici e privati, 6 in media in ogni municipio, tranne XVI e XVIII. Nuovi particolari emergono dai racconti dei "delusi" che portano ancora i segni sulla pelle raccolti dagli investigatori. Racconti come quello dell'eritreo che ha perso un occhio in seguito a un pestaggio e ora indaga la Procura. Immigrati e senzacasa devono anche dimostrare di «saperci fare» e per questo si devono «allenare», con lezioni e orari imposti, anche questo è il prezzo di una casa (e in effetti la trovano perché ad ogni sgombero segue l'assistenza alloggiativa del Comune, con buona pace di chi è in lista d'attesa da una vita). Non basta solo farsi fotogare «in posa» col pugno chiuso al cenno. Bisogna saper tirare i sassi da un furgone, o come utilizzare le catene, conoscere le vie di fuga, in che posizione mettersi se arriva la polizia, come non farsi identificare, o non dare indicazioni se t'acchiappano. «È vergognoso che esistano gruppi organizzati - ha detto il presidente della Commissione sicurezza urbana Fabrizio Santori - non solo per alimentare violenza e minacce nei confronti di chi non si adegua alle linee e agli obblighi imposti in questi luoghi occupati soprattutto nei confronti dei cittadini più deboli e senza casa che spesso vengono strumentalizzzati, ma allo stesso tempo appare inquietante le modalità di organizzazione alla lotta su strada contro le istituzioni e le forze dell'ordine, costituendo delle vere e proprie organizzazioni criminali, che ricordano metodologie simili ai regimi totalitari e pertanto vanno necessariamente contrastate con misure adeguate».

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