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Occupavano capannone sulla Salaria sgomberati circa 150 occupanti

Polizia

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Sono iniziate alle 9.30 circa le operazioni di sgombero di uno stabile di via Salaria 971 occupato. All'interno circa 150 persone che non hanno opposto particolare resistenza. Sul posto polizia di stato e carabinieri. Una corsia di via Salaria fino all'aeroporto dell'Urbe è stata chiusa al traffico dalla polizia municipale. La struttura, di proprietà del ministero delle Finanze, era stata occupata un anno e mezzo fa dall'associazione bengalese Dhuumcatu e dal comitato Area ingovernabile. All'interno dell'area occupata ci sono anche diversi capannoni, dove in passato si erano svolti dei rave. In un'altra area vivevano, invece, famiglie di etnia bengalese e anche italine. «Tra gli sgomberati c'è anche Babul Begun, il marito di Meri Begun, la donna bengalese che nel gennaio 2007 si gettò dal balcone insieme al suo figlioletto per fuggire all'incendio divampato nel suo appartamento, in via Buonarroti. Da allora il comune non è stato capace di trovargli una sistemazione», dice Alassandra Caligiuri del Dhuumcatu. Intanto, gli sgomberarti stanno recuperando le loro cose e molti hanno accettato di andare nei centri di accoglienza del Comune. «Il segnale che vogliamo dare è quello della legalità, dobbiamo fare assolutamente in modo che le case, gli spazi, vadano a chi ha diritto e a chi è in graduatorie, non a chi occupa ed è nell'illegalità». Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno, a margine dell'inaugurazione del Parco dei Martiri di Forte Bravetta, ha commentato lo sgombero in corso a via Salaria. Quanto al tavolo interistituzionale che si svolgerà il 16 settembre sulle politiche dell'abitare, il sindaco ha precisato: «L'appuntamento è con tutti i soggetti che hanno titolo per parlare della casa, con i sindacati, con i movimenti, con il mondo delle cooperative e delle imprese, perchè noi vogliamo sviluppare il nostro Piano Casa, dare una risposta concreta con nuove case da offrire a tutti quelli che ne hanno bisogno, ma secondo la legalità e non secondo le occupazioni che sono una risposta malata ad un antico problema di Roma».

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