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"Mia moglie mi ha cacciato di casa" Violare i domiciliari, ogni scusa è buona

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Ogni scusa è buona per evadere dai domiciliari. Tanto, è dimostrato, che nella maggior parte dei casi il giudice ti rispedisce a casa con il monito: mi raccomando non farlo più. Nel mese di agosto, tra le scuse più gettonate dai detenuti sottoposti ai domiciliari, c'è quella del caldo: «A casa non resistevo. Volevo prendere una boccata d'aria fresca». Così ha risposto l'altro ieri sera la croata D.J. ai militari che l'avevano riconosciuta per le vie di Fosso S. Giuliano. Che con il caldo ci sia stata un'escalation di evasioni è testimoniato dagli arresti eseguiti nell'ultima settimana dalla sola Compagnia carabinieri di Frascati: quindici. Un'altra scusa bizzarra l'ha raccontata ai militari di Guidonia un 29enne italiano che gironzolava con una valigia in mano per le vie del centro tiburtino nonostante la restrizione domiciliare. Affiancato dai carabinieri, l'uomo li ha pregati di ospitarlo in caserma perché «a casa litigava con i genitori e non voleva più starci». Anzi, ha rilanciato: «Se in caserma non c'è posto portatemi in galera». Richiesta infelice, visto il pienone delle carceri italiane. Alla stazione di Tivoli Terme, poco distante da Guidonia, un romeno di 25 anni è stato "pizzicato" mentre scendeva dall'autobus di linea proveniente da Tivoli dove si era recato per una visita. Stessa pensata di un connazionale di 30 anni che a Villa Adriana è stato intercettato dall'Arma proprio mentre rientrava a casa dopo aver trascorso il ferragosto sui prati. Che sfiga! Nel quartiere di Ponte di Nona, invece, un pregiudicato italiano di 27 anni ha approfittato del buio per rivedere vecchi compagni di merende al solito posto, lì sotto casa. L'aria fresca della notte può, in effetti, invogliare. Come è accaduto a un romano di 20 anni, ai domiciliari per rapina e sequestro di persona, che incontrato la scorsa notte in strada dai militari della stazione San Basilio, si è giustificato dicendo che era uscito per godersi un po' di refrigerio notturno. Pur di evadere dai domiciliari non ci si cura nemmeno della propria salute. È il caso di un minore di origine slava evaso da una struttura sanitaria dove era ricoverato e rintracciato a Castel Romano dai Carabinieri di Tor dè Cenci. C'è da perdersi, insomma, tra evasori cronici e scuse di tutti i tipi. Una delle migliori, ma risale a un'evasione consumata a dicembre dell'anno scorso, è stata quella di un detenuto di 43 anni che si autodenunciò al commissariato di Primavalle: «Ho appena finito di litigare con mia moglie. Mi ha cacciato di casa e non so dove andare a dormire».

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