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Test del Dna per lo stupro

carabinieri

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Saranno gli esami del Dna a dire qualcosa in più su quella notte. A svelare se ci fu un rapporto sessuale tra la diciassettenne romana e uno, o più, dei tre ragazzi accusati dello stupro di Ferragosto sulla spiaggia di Tor San Lorenzo. I risultati sono attesi sul tavolo del sostituto procuratore di Velletri Giuseppe Patrone, che ha deciso per questo motivo un ulteriore rinvio degli interrogatori di Simone e Matteo, i due gemelli di 20 anni, e del loro amico diciottenne; colloqui inizialmente previsti per lunedì, poi rinviati a martedì e slittati ancora una volta.  Prima di ascoltare la loro versione dei fatti, il giudice vuole un quadro più preciso, che solo il prelievo e il confronto tra il dna dei giovani e quello prelevato dagli indumenti della vittima e dal tampone effettuato durante il suo ricovero agli ospedali Riuniti di Anzio–Nettuno possono fornire. Per questo il sostituto procuratore di Velletri ha nominato i consulenti responsabili dell'acquisizione degli elementi di prova e attende i risultati delle analisi, affidati ai laboratori del servizio di Polizia Scientifica di Roma. Ma se gli esami dei reperti biologici potranno stabilire se c'è stato, e tra chi, un rapporto sessuale nella notte tra il 14 e il 15 agosto, saranno le testimonianze e gli atti raccolti nel fascicolo d'indagine a dover fare maggiore chiarezza sulla presunta violenza sessuale. E spiegare cioè se la ragazza fosse consenziente, come hanno ipotizzato alcuni testimoni, o se, come invece ha ribadito lei stessa alla polizia, sia stata aggredita e obbligata ad avere un rapporto non voluto. Intanto i due gemelli e il loro amico sono stati formalmente iscritti nel registro degli indagati per il reato di violenza sessuale in concorso tra loro, aggravata dal fatto che la vittima è minorenne. Per loro non è stata disposta alcuna misura restrittiva: non ci sarebbe secondo il sostituto procuratore Patrone né pericolo di fuga né di inquinamento delle prove. I due fratelli hanno interrotto bruscamente la vacanza al lido «La Tirrennella» di Tor San Lorenzo, litorale sud di Roma, e sono tornati in città. «I miei figli sono disperati, non sanno come spiegarsi quello che sta accadendo – ha raccontato allarmata la madre – Spero che possano parlare presto con il magistrato per chiarire la loro posizione. E questa storia finisca».

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