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Pertini, pazienti respinti per lavori

Roma, ospedale Sandro Pertini

I medici: «Trecento posti letto in un nosocomio come questo sono troppo pochi»

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Lavori in corso al pronto soccorso dell'ospedale Sandro Pertini. Causa gli interventi di ammodernamento delle sale (iniziati a luglio termineranno entro la prima settimana di settembre), il Dipartimento emergenza e accettazione è temporaneamente escluso dalla rete territoriale dell'emergenza sanitaria per i pazienti a bassa priorità, dirottati dal 118 nelle strutture sanitarie più vicine. I medici continuano invece a intervenire nei casi più gravi: per i codici rossi trasportati dalle ambulanze o per i pazienti che vi si recano autonomamente.   «Così - raccontano i camici bianchi - stiamo lavorando in condizioni di quasi normalità. Oggi per esempio arriviamo a 51 utenti tra sale di pronto soccorso e osservazione breve intensiva. Questi sono numeri del tutto gestibili». Niente a che vedere con i flussi elevati che, prima dei lavori, superavano gli 80 pazienti tre o quattro volte a settimana. Per toccare quota 100 nel periodo invernale, con 50 ambulanze in arrivo giornalmente. Al momento è agibile meno della metà della superficie ospedaliera prima disponibile. Una volta terminati i lavori di ristrutturazione edilizia, i medici dell'emergenza sperano che la nuova definizione architettonica possa migliorare almeno le condizioni di attesa e di intervento: «Prima avevamo molte criticità: c'erano grandi sale per i pazienti in attesa di definizione e per quelli da ricoverare - racconta il personale - Potevano trovarvi posto in trenta, tutti insieme. Al termine della ristrutturazione ci saranno box dedicati alle visite e una sala di definizione diagnostica». I dati del triage relativi al primo trimestre 2009 (Asp - Laziosanità) parlano di 503 accessi in codice rosso (2,58 per cento dell'utenza); 2.885 per i gialli (14,82 per cento). Più numerosi gli accessi meno gravi, in codice verde: 13.999, pari al 71,89 per cento. Meno significativi i casi lievi, triage colore bianco: 2.085 tra gennaio e marzo (10,71 per cento). Di pazienti fermi in barella, tra le sale del pronto soccorso, se ne possono vedere al momento una decina. In inverno i malati abbandonati su un letto in attesa di ricovero sono in media 25-30. Numeri che mettono in condizioni di difficoltà il personale infermieristico, costretto a prestare assistenza ai ricoverati e a cercare di soccorrere le persone in attesa, tra cui molti anziani. «Ma il numero delle barelle - spiega un medico - non dipende dall'insufficienza di personale sanitario. Il Pertini ha poco meno di 300 posti letto, da ospedaletto di provincia. Con un bacino di utenza calcolata tra i 700 mila e un milione di abitanti, tanti quanti ne ospita una città come Bologna». Il ticket, pagato solo per i codici bianchi, non è servito a sfoltire gli accessi al Dea di I livello del quadrante Nord-Est della Capitale.   «La condizione del pronto soccorso, stando così le cose, può solo che peggiorare - si sfoga un altro camice bianco - Bisognerebbe migliorare la rete dei medici di famiglia e del territorio: così com'è organizzata non è granché d'aiuto».

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