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Un villaggio d'acqua e luce per il centenario dell'Acea

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Quest'anno(è il terzo consecutivo) il villaggio Acea ha una valenza in più: si festeggiano 100 anni dell'azienda e domani la serata conclusiva della tre giorni in piazza vedrà uno spettacolo di luci e colori firmato dal maestro Valerio Festi che promette d'incantare i presenti. Cos'è il villaggio «Città comune» lo si capisce subito. Una parola ricorre su tutte le altre: «solidarietà». Nei progetti a favore delle popolazioni più povere e soprattutto per l'Africa, in collaborazione con la Caritas e Sant'Egidio, per portare l'acqua e salvare vite umane: tante le persone che ieri, alla giornata inaugurale del villaggio, si sono fermate a chiedere cosa sta facendo Acea per l'Africa. Ma anche «impegno» a favore dei cittadini che si concretizza in una maggiore qualità dei servizi offerti. E allora ecco che ad uno stand si distribuisce la carta d'identità dell'acqua e della luce perché, spiega il presidente di Acea Giancarlo Cremonesi che ieri ha metaforicamente tagliato il nastro per l'inaugurazione del villaggio, «Acea serve 4 milioni e 200mila utenti a Roma e Provincia su un totale italiano di 8 milioni e 400mila. I servizi devono essere all'altezza di questi numeri e per questo, per quanto ad esempio riguarda l'illuminazione pubblica, stiamo lavorando per potenziarla in tutta la periferia per rendere più sicura la città». In un altro stand si fa la fila per avere la mappa delle fontanelle, o meglio dei caratteristici nasoni romani, diffusi nel centro della città: circa 200 in tutto. Un'iniziativa curiosa dell'Acea e particolarmente gradita ai turisti che hanno affollato ieri pomeriggio la piazza sfidando il sole e un caldo decisamente torrido. Quello che sta facendo Acea per avvicinarsi sempre di più ai cittadini lo riassume in poche parole Marco Pomarici, presidente del consiglio comunale: «L'azienda sta facendo un percorso di grande livello e impegno, di sicurezza, di servizio e di cultura». Buon compleanno, allora!

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