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Mura Aureliane, nuovo crollo

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Il Lapis niger torna alla luce: verrà rimosso il solaio in cemento armato

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Ieriun altro tratto dell'antica cinta di Roma ha ceduto nei pressi di piazza della Croce Rossa facendo cadere alcuni frammenti dei massi. Vigili urbani e vigili del fuoco hanno esteso la zona già transennata, perché interessata nei mesi scorsi da altri crolli, e chiuso la corsia laterale di viale del Policlinico. Inevitabili le ripercussioni sul traffico mentre cresce l'allarme per la tenuta delle antiche mura. I segnali sono molteplici. Soprattutto in quella zona dove alcuni anni fa crollò un tratto significativo di mura in zona San Lorenzo. E ancora oggi l'area, messa in sicurezza, è ancora interdetta al traffico. Le piogge intense e il lento logorio del tempo incidono pesantemente sulle costruzioni in piedi da millenni. Per un tesoro di Roma che rischia di degradarsi fino a sbriciolarsi ce n'è un altro che a breve tornerà alla luce. Si tratta del Lapis niger - considerato la tomba di Romolo e sicuramente la più antica testimonianza scritta della lingua latina - che sta per essere restituito al pubblico dopo secoli di coperture e occultamento. Al centro del Foro Romano, tra la Curia Senatus e l'Arco di Settiminio Severo, all'ombra del Campidoglio, sta partendo il cantiere per smantellare i 300 metri quadrati di solaio in cemento armato degli anni '50 e riportare alla luce il complesso archeologico che comprende al livello di pavimentazione attuale l'area recintata a vista delle famose pietre di marmo nero con striature bianche, il vero Lapis niger, che nella parte sottostante conserva le testimonianze più antiche della storia di Roma. «Il solaio sta cedendo. Lo abbiamo dovuto puntellare da almeno un anno, ma ora dobbiamo rimuoverlo», ha spiegato la responsabile dei lavori Pia Petrangeli. Dopo la messa in sicurezza, a inizio luglio inizierà lo scoperchiamento per rivelare il Comitio e il complesso degli altari, ossia l'antica Area sacra che vanta resti del IX-VIII secolo a.C..

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