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«Quando è sveglio chiama sempre Elisa»

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La morte in cui Catalina Civicos Gonzales invano aveva sperato, sembra averle voltato ancora una volta le spalle. La 72enne proprietaria dell'appartamento di via Maestrini dal quale domenica mattina a Roma è partita la fuga di gas, è tenuta in vita da un mix di farmaci e da una macchina. Per lei, che in seguito all'esplosione ha riportato ustioni sull'80% del corpo, le speranze sono poche. Le condizioni gravissime in cui versa, costretta in un letto del Sant'Eugenio, sono tenute stabili con il coma farmacologico. Nello stesso ospedale è ricoverata anche Concetta Palumbo, la madre di Cosimo Marano, che tra le macerie ha perso la sua fidanzata e molti sogni. «Sta a pezzi, sta a pezzi», ripete al telefono con un'amica Raffaella, la sorella del ragazzo. È toccato a lei svelargli domenica sera la verità. Elisa Castoldi, la fidanzata 27enne che per lui sette mesi fa si era trasferita a Roma da Vercelli, non ce l'ha fatta. Fine dei progetti, fine della storia. Ha urlato Cosimo, si è disperato: sarà difficile per lui, oggi, ricominciare a vivere. Intanto ieri mattina ha affrontato l'operazione alla tibia fratturata: «L'intervento è perfettamente riuscito – continua la sorella – forse già domani (stasera ndr.) o mercoledì al più tardi lo dimettono». Ma al risveglio il dolore più grande non è quello dell'operazione subita: «Piange, si dispera, si riaddormenta. Non fa che chiamare Elisa – racconta Luca, un amico – Continua a ripetere che dovevamo dirglielo subito». Dovrà subire un intervento alla clavicola anche Concetta. «Non riesco a pensare che a quelle due povere ragazze», racconta la donna. Nell'esplosione ha perso, oltre a Elisa, anche Luisa Verdiglione, ex moglie del nipote, uccisa nel sonno. «Ero molto affezionata a entrambe - spiega - Luisa, che lavorava nel mondo dell'informatica, era divorziata da mio nipote da circa quattro anni mentre Elisa viveva con noi. Non so se i suoi parenti siano già a Roma». Sì, la madre della ragazza è arrivata domenica pomeriggio: è corsa da Vercelli non appena ha saputo. A lei il doloroso compito di sbrigare le pratiche per riportare a casa la salma della figlia. Per l'anziana di cui per mesi si era tanto presa cura, oggi la madre di Cosimo non ha parole: pensa alla sua casa, sventrata in un attimo. «Non abbiamo più niente, tutto è andato distrutto – dice Concetta - mio marito che da domenica fa la spola tra il Sant'Eugenio e il Cto, ora dorme da suo fratello e mio figlio, quando uscirà dall'ospedale, andrà a stare da sua sorella che vive a Ciampino. Speriamo ci trovino un posto dove stare – sussurra - non possiamo finire sotto i ponti».

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