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Rapine in casa, spunta la banda

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Un'altra rapina in casa in piena notte, nella zona nord della Capitale. È la sesta dal 19 aprile in un'area ristretta della città che sembra passata al setaccio da una banda ben informata sugli obiettivi da colpire, determinata, abile a entrare negli appartamenti e a dileguarsi. L'altra notte lo spavento lo hanno preso due coniugi residenti all'attico di un palazzo di via della Farnesina. Prima delle 5 sono svegliati da tre tizi armati e a volto coperto: sono entrati da una finestra senza fare troppo rumore. Parlano con una inflessione che ricorda l'italiano pronunciato da un cittadino dell'Est. Vogliono che il padrone di casa, un operatore nel campo immobiliare, di 47 anni, vada alla cassaforte e la svuoti senza fare storie. Sanno che ha un forziere e forse sanno anche che c'è dentro. Lui esegue. Ai tre consegna gioielli e soldi. Loro arraffano e se ne vanno giù per le scale. I due chiamano la polizia. Arrivano le volanti, gli investigatori del commissariato Ponte Milvio poi della Squadra mobile e della Scientifica. Come hanno fatto i tre a raggiungere l'attico: sono saliti dall'esterno del palazzo oppure hanno preso le scale così come hanno fatto per andarsene? Gli esperti della Scientifica hanno scandagliato l'appartamento alla ricerca di impronte digitali lasciate dai tre rapinatori fuori e dentro l'abitazione. Il valore della refurtiva è ingente. Il primo colpo eseguito da tre a volto coperto risale alla notte del 19 aprile, in via Madonna di Campiglio, vittime un ex dirigente degli aeroporti di Milano con la bandante capoverdiana. Poche ore prima a Montesacro vengono razziati collezione di Rolex e pistola con relative munizioni. La notte dopo, sempre in tre, armati, colpiscono in via San Godenzo a casa di un notaio. Bottino: preziosi e 50 mila euro. Passano ventiquatt'ore, in via Vaccari, ancora una rapina, nell'abitazione di un diplomatico italiano. Lui reagisce, i tre lo picchiano ma portano via pochi euro. 28 aprile, viale Cortina d'Ampezzo. Nell'appartamento di un medico stavolta entrano in 5, sempre armati e a volto coperto. Lui è all'estero, la domestica cingalese dimentica d'inserire l'allarme, i cinque forzano la finestra, legano la donna e portano via cassafforte e chiavi del Porsche, trovato poi sulla Cassia. L'altra notte l'ultimo colpo.

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