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In fila sotto al Marco Aurelio per fotografare la Champions

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Giunta ieri mattina nella Capitale, la coppa è ora esposta, e guardata a vista dagli addetti alla sicurezza, sotto la statua del Marco Aurelio dove comitive di ragazzi e ragazze hanno fatto la fila per riuscire a farsi fotografare con l'ambito premio che verrà assegnato il 27 maggio proprio nella capitale, che ospiterà la finale della Champions League. Sul palco, sorridente con la sua fascia tricolore al petto, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, accompagnato dal delegato allo sport Alessandro Cochi e dal vicepresidente federale della Fgic Demetrio Albertini. «La passione calcistica - afferma Alemanno - è un fatto connaturato profondamente alla storia di Roma ed è per questo che ci siamo impegnati con il presidente Platini ed offrire il meglio della capitale per fare in modo che ci sia vera accoglienza e non ci siano episodi di intolleranza, razzismo e violenza». Alemanno sottolinea poi che «il tifo calcistico è un'altra cosa che è esattamente il contrario della violenza e dell'odio». «Il 27 maggio, giorno della finale di coppa campioni - afferma Cochi - sarà una grande festa dello sport. Stiamo facendo in modo che Roma sia all'altezza della giornata». Sul palco, allestito sotto palazzo Senatorio, infine, un'esibizione di Free style. Durante la cerimonia, appuntamento tradizionale nel calendario del calcio europeo, gli ultimi vincitori hanno restituito il trofeo alla Uefa che, a sua volta, lo ha consegnato alla città per esibirlo prima della finale di mercoledì 27 maggio allo stadio Olimpico. «Sarà una finale bellissima, e non ci sarà alcun problema di sicurezza», ha detto il presidente dell'Uefa Platini, ribadendo di fatto che le richieste inglesi di rinunciare alla sede di Roma non saranno ascoltate. Bruno Conti, padrino della finale, ha celato il rammarico per l'occasione sfumata della sua Roma, simbolicamente presente ma fuori dal Campidoglio, sulla piazza sotto la statua del Marco Aurelio a festeggiare il Natale di Roma con i bambini delle scuole capitoline. «Perchè l'Italia non ha una finalista? Mi sono documentato - ha sottolineato Platini - negli ultimi trent'anni questa coppa l'hanno vinta 11 volte le italiane, 11 le inglesi, 11 le spagnole: sono i cicli». La cerimonia di consegna presso la sala Protomoteca del Campidoglio è iniziata con la proiezione delle fasi salienti della finale dello scorso anno a Mosca, in cui il Manchester United batté il Chelsea ai calci di rigore. David Gill, amministratore delegato dei Red Devils, e l'ex attaccante Ole Gunnar Solskjaer sono entrati nella sala con il trofeo, salutato e ricevuto da Platini che ha annunciato che l'Uefa inviterà alla finale 50 bambini terremotati nel recente sisma de L'Aquila. Il presidente Uefa ha quindi passato il trofeo al sindaco Gianni Alemanno. «Promettiamo che faremo vedere il volto più bello di Roma - ha dichiarato il primo cittadino capitolino -. Sarà un giorno di festa e gioia. Per noi questo appuntamento rappresenta una grandissima opportunità e siamo pronti a mostrare di cosa siamo capaci». «Il trofeo è arrivato a Roma e ne siamo contenti - ha poi commentato Demetrio Albertini, vicepresidente della Federcalcio -. Ora verrà esposto in alcune città del paese (all'interno del progetto Trophy Tour, ndr) come Firenze, Milano, Napoli e Torino». Finale che sarà giocata allo stadio Olimpico, meta del presidente Platini nel primo pomeriggio per un ultimo sopralluogo. Platini è rimasto molto soddisfatto dalla soluzione trovata dalla Coni Spa per le barriere che separano gli spalti dal terreno di gioco.

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