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Cellule staminali per la ricostruzione della mandibola e della mascella

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Lasoluzione è nell'utilizzo delle cellule staminali adulte, destinata a chi ha perso consistenti parti di osso della mascella e della mandibola, e non può sottoporsi a impianti osseointegrati. Questa nuova tecnica è stata messa a punto dall'Università di Friburgo ed è applicata nel nostro Paese da Luigi Montesani, chirurgo della Tufts University di Boston. «L'inserimento di impianti e i metodi di aumento dell'osso sono delle priorità quando dobbiamo riabilitare pazienti che non hanno più denti. Mentre un'adeguata quantità di osso è importante affinché l'inserimento degli impianti abbia successo - spiega Montesani - la perdita dei denti nella mascella molto spesso ha, infatti, come conseguenza una perdita di osso e quindi ci si trova di fronte ad una insufficiente quantità per l'inserimento degli impianti osseointegrati. Mentre la quantità e la qualità dell'osso si correlano in modo significativo al successo della terapia implantare. Nell'Università di Friburgo abbiamo messo a punto una nuova tecnica di bioingegneria tissutale che prevede proprio l'utilizzazione di cellule staminali per la rigenerazione ossea. Oggi queste cellule possono essere prelevate ambulatorialmente e aspirate dalla cresta iliaca posteriore, tutto questo senza sottoporre il paziente ad anestesia generale, e al ricovero. Successivamente le cellule staminali mesenchimali vengono concentrate tramite un processo di centrifugazione - continua Montesani - per essere poi innestate simultaneamente nel difetto osseo. In bocca queste cellule preosteogeniche, grazie alla loro abilità di differenziarsi, producono quella quantità di osso necessaria a correggere il difetto e completano la nuova formazione di osso in circa quattro mesi. Il paziente, inoltre, recupera molto bene nella fase post-chirurgica. Gli impianti osseointegrati possono quindi essere inseriti stabilmente nell'osso e la protesi, cioè i nuovi denti, impiantati dopo altri quattro mesi».

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