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La Storta, rubate 200 reliquie

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Forzata una porta della chiesa chiusa per lavori dal luglio scorso

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Tra queste, un frammento di legno della Santa Croce e le reliquie dei santi Ignazio di Loyola e Ippolito, oltre che reliquie di numerosi martiri e santi. La quasi totalità delle reliquie era stata donata alla cattedrale dal cardinale Eugenio Tisserant. Difficile stabilire il valore della refurtiva. I resti erano contenuti in reliquari di legno e argento e in teche d'argento. Indagano i carabinieri della Storta e della Scientifica. Il furto è stato scoperto il 18 marzo. La cattedrale è chiusa dal luglio scorso perché pericolante. «Sono veramente amareggiato - scrive il parroco don Adriano Furgoni - dopo tante tribolazioni, anche questa. Purtroppo non siamo riusciti a sistemare le reliquie altrove, perché non c'era un luogo idoneo. Pur essendo chiusa la chiesa e l'accesso vietato al pubblico, io e qualche mio collaboratore di tanto in tanto rientriamo per necessità. La porta che dagli uffici immette nella sacrestia, nell'orario di segreteria rimane talvolta aperta per consentire l'accesso a chi opera in parrocchia. Occorre dire, che una volta in sacrestia, non è difficile accedere alla cattedrale anche con le porte chiuse a chiave: questo per far capire le possibili modalità del furto». Il vescovo della diocesi di Porto e Santa Rufina, monsignor Gino Reali, ha decretato il provvedimento canonico dell'interdetto personale nei confronti dei malviventi che hanno trafugato le 199 reliquie dalla cattedrale della Storta. «Si tratta di una specie di scomunica minore - spiega don Adriano Furgoni - ossia è una censura attraverso la quale vengono vietate determinate azioni sacre». Solamente mercoledì 18 i religiosi si sono accorti che era stata forzata anche un'altra porta e, controllato il reliquiario, hanno constatato il furto.

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