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Il Tar boccia il Prg Si blocca l'urbanistica

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La notizia arriva qualche minuto prima delle 16. E il primo a commentarla è stato, forse non a caso, l'ex assessore all'Urbanistica, Roberto Morassut. Il nuovo piano regolatore della Capitale è stato «bocciato» dal Tribunale amminisitrativo del Lazio per vizio di forma. Un terremoto che investe in pochi minuti il Campidoglio. Progetti fermi, permessi urbanistici sospesi, nuove concessioni da rilasciare in base al vecchio piano del 1962. In altre parole, la paralisi. La motivazione dei giudici è talmente semplice da disarmare: le modifiche apportate al piano urbanistico nell'accordo di pianificazione tra Regione e Comune dovevano essere recepite e confermate dal Consiglio comunale.  Un passaggio che non è stato compiuto. Il nuovo piano regolatore venne infatti votato dall'aula Giulio Cesare l'ultimo giorno della giunta Veltroni, escludendo le ultime modifiche apportate dalla conferenza di pianificazione e non ascoltando l'allora opposizione, guidata proprio da Alemanno, di rinviare il voto del piano regolatore alla nuova consiliatura. Difficile definirlo uno «scherzo del destino», certamente ora sindaco e consiglio comunale sono chiamati a un atto di grande responsabilità per scongiurare il caos urbanistico. A dirlo per primo è proprio Morassut. «Sarebbe sconsigliabile per chiunque sperare irresponsabilmente e strumentalmente di aprire una fase caotica nel campo urbanistico. Nei prossimi giorni credo che dovrà essere compiuta un'attenta valutazione giuridica e amministrativa, ma in fondo anche di carattere politico, perché se non capisco male, la questione posta dal Tar può essere affrontata e sciolta d'intesa tra Comune e Regione in poche settimane, ammesso che vi sia da parte dei due enti una convergente volontà politica. Questa sentenza - continua il segretario regionale del Pd - giunge peraltro dopo recentissime e numerose sentenze positive emesse dal Tar su questioni di merito in cui sono stati respinti svariati ricorsi da parte di proprietari di aree nei confronti del Prg». E se gran parte degli esponenti di centrodestra mettono l'accento «sull'ennesimo disastro targato Veltroni», i Verdi lanciano l'allarme sulla tutela delle aree verdi e di quelle agricole. Il capogruppo del Pd capitolino, Umberto Marroni chiede una riflessione in aula Giulio Cesare. «La sentenza del Tar sul Piano Regolatore è molto preoccupante per quanto riguarda le garanzie sul sistema di regole nella città - sostiene Marroni - valuteremo nel merito e attentamente il dispositivo. Certo sarà anche necessario fare una riflessione in Consiglio Comunale su quanto accaduto». È poi Alemanno a mettere a tacere le voci che volevano un «azzeramento» del piano regolatore capitolino. Una misura che significherebbe tornare alle regole urbanistiche del 1962 e bloccare, per anni, lo sviluppo della città. «La sentenza del Tar del Lazio che boccia il Prg di Roma rappresenta un grave colpo all'operato della precedente Giunta in campo urbanistico - commenta il sindaco - Occorre però evitare qualsiasi vuoto normativo e operativo nella crescita della città. Per questo motivo il Comune di Roma presenterà ricorso al Consiglio di Stato chiedendo una sospensiva della sentenza del Tar. Nostro obiettivo è quello di sanare le irregolarità nella procedura di applicazione del Prg, evitando nel frattempo qualsiasi blocco nell'attività urbanistica ed edilizia della città». Anche il vice presidente della Regione, Esterino Montino, ha annunciato l'immediato ricorso al Consiglio di Stato da parte della Regione. «Con la sentenza di oggi (ieri, ndr) il Tar avalla i contenuti del Prg di Roma ma obietta un passaggio della procedura amministrativa - chiarisce Montino -. La sentenza, infatti, non cambia la sostanza né muta la qualità delle scelte. Il pericolo è invece che si crei un vuoto che ci può riportare indietro di oltre 40 anni». Un forte appello a superare in fretta questa grave impasse, è arrivato anche dall'Associazione Costruttori di Roma. «Gli imprenditori romani auspicano che si trovi in tempi rapidi una soluzione rispetto alla avvenuta decadenza del Piano Regolatore e che, nel più breve tempo possibile - auspica il presidetne dell'Acer, Eugenio Batelli - si superi questa impasse che determina una situazione di grave incertezza per l'intera economia romana».

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