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A Ostia hanno vinto tutti. Come sempre

Daniele Di Mario
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Sapremo il 19 novembre, dopo il ballottaggio chi, tra Giuliana Di Pillo del MoVimento 5 Stelle e Monica Picca del centrodestra, diventerà presidente del X Municipio. In ogni caso, il primo turno della tornata amministrativa municipale, regala più d'uno spunto di riflessione. La prima, a giudicare i dati usciti dalle urne domenica sera, è che il vecchio vizio della politica italiana non risparmia proprio nessuno, neppure il MoVimento 5 Stelle. Il vecchio vizio è di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, a dispetto dei dati. A Ostia hanno vinto tutti. I grillini cantano vittoria perché sono ancora primo partito, nonostante in appena un anno e mezzo abbiano perso 20mila voti. Ma, per i grillini romani, l'effetto-Raggi è positivo. Beati loro. Canta vittoria anche don De Donno: il sacerdote ha solo sfiorato il 9%, molti dei suoi sono depressi perché si aspettavano qualcosa in più, ma lui esulta e promette battaglia in Consiglio municiale. Ha vinto anche CasaPound: il movimento di estrema destra ha superato il 9%, ma non ha raggiunto l'obiettivo minimo dichiarato dal candidato presidente Luca Marsella, ossia far eleggere almeno due consiglieri. A Palazzo del Governatorato entrerà il solo Marsella, ma lui esulta lo stesso per l'ottimo risultato raggiunto, benché contrariamente alle aspettative non abbia superato il 10%. Esulta - udite udite - persino il Partito democratico, perché, per dirla con Roberto Giachetti, a Ostia era una missione impossibile e aver preso il 13% abbondante per il consigliere comunale Giulio Pelonzi equivale a una vittoria. Nel 1016 i Dem in X Municipio presero 12.197 voti, in questa tornata ne ha presi 8.686, un crollo di 3.481 preferenze. Per Pelonzi è un successo perché a settembre il Pd era dato al 7,5% e invece si attesta al 13, come nel 2016. Ma con un crollo dell'affluenza di 20 punti: fosse andato a votare in X Municipio lo stesso numero di persone delle comunali, il Pd oggi starebbe circa all'8%. Ma, beati loro, esultano. Ha ragione di esultare il centrodestra, che attorno a Monica Picca, ritrova l'unità e la competitività persa alle scorso comunali con lo scisma Marchini-Meloni. Rispetto a quella tornata elettorale, Forza Italia racimola oltre mille voti in più, frutto dell'assenza, stavolta, della lista Marchini; ma sempre di mille voti in più si tratta, vista la presenza della lista civica della Picca e della lista Liberi frutto di Cuoritaliani di Andrea Augello e Direzione Italia di Luciano Ciocchetti, entrambe sopra al 2%. Qualche voto lo perde invece Fratelli d'Italia, che vede andare a CasaPound circa 2.700 preferenze (e che la Picca conta di recuperare al ballottaggio, annullando così il gap con la Di Pillo, che è proprio di un'entità simile). Saldo invariato per Noi con Salvini: nel 2016 in X Municipio prese di 2.546 voti, stavolta 2.632. Eppure la parlamentare Barbara Saltamartini parla di "voti raddoppiati". Bocciata in matematica? Non proprio, la Saltamartini si riferisce probabilmente alla percentuale passata dal 2,89% al 4,16. Stessi voti, percentuale raddoppiata: un bel regalo a Noi con Salvini frutto dell'astensionismo record. Ma, se non ci fosse stata CasaPound, probabilmente il movimento che porta il nome del segretario leghista, avrebbe sfiorato il 6%, come recitano tutti i sondaggi su Roma. Alla fine, insomma, come da tradizione italica, tutti hanno vinto e nessuno ha perso. Qualcuno ha ragione di festeggiare, qualcun altro - come ad esempio il Pd e il MoVimento 5 Stelle che a Ostia ha perso 20mila voti - un po' meno. Il 19 novembre invece solo una tra Giuliana Di Pillo e Monica Picca potrà festeggiare, con la grillina che parte con 3,5 punti (e oltre 2.500 voti) di vantaggio e l'esponente di FdI intenzionata ad annullarli riportando a votare i propri elettori e convincendo gli indecisi di Pd e CasaPound.

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