Ilaria Salis fa un disastro sui social. La morte di Pamela Genini? “Uccisa dal patriarcato”
Due modi di interpretare un ruolo centrale e di grande responsabilità come quello di rappresentante politico dei cittadini. Antitetici, opposti, inconciliabili. Una distanza netta, che demarca una differenza siderale tra chi ha un forte senso dello Stato e chi è finito in Parlamento per un caso fortuito. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Giorgia Meloni saranno presenti questo pomeriggio nella basilica di Santa Giustina a Padova, ai funerali dei tre carabinieri Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari, morti nell’esplosione del casolare di Castel D'Azzano. Dall’altra parte della barricata c’è Ilaria Salis. La donna che occupava le case (altrui) ha pubblicato un post agghiacciante. Nel quale ha puntato il dito contro il capitalismo e giustificando, de facto, gli assassini dei militari.
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Sono due i passaggi che lasciano sgomenti: la mancanza totale di un ricordo dei carabinieri uccisi e quella frase, «dovrà assumersene la responsabilità politica» che assomiglia tanto, troppo, ad una giustificazione verso i fratelli Ramponi. La primula rossa, lanciata nell’Olimpo della politica continentale dalla magica coppia del gol di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, visto il fragoroso rumore che aveva creato il suo post, ha deciso di pubblicarne un altro. Una sorta di pezza che, come nella migliore delle tradizioni, è spesso peggio del buco. «Come spesso accade, è in corso una campagna d’odio promossa dai soliti giornali, se così vogliamo definirli, e rilanciata dalle forze politiche di destra di questo povero Paese, che meriterebbe ben altro dibattito. Il contenuto di un mio post è stato strumentalizzato in modo indecente e usato per incitare centinaia di utenti, molti dei quali profili fake e a libro paga, a invadere i miei social vomitando odio e stupidità». Il solito odio, vomitato della Salis contro chi svolge il proprio mestiere e ha idee ben distanti dalle sue. Ma non basta. «Ribadisco quanto ho detto: quella di Castel d’Azzano è un dramma, una tragedia. E sì, la morte di tre persone mi addolora, ed esprimo la mia vicinanza umana alle famiglie delle vittime. Non sarebbe dovuto accadere. Ma ribadisco anche che la politica deve assumersi la propria corresponsabilità e affrontare le cause profonde del disagio. Se vi offendete, o sentite il bisogno di attaccare chi lo dice, è perché in fondo avete la coscienza sporca: per voi, chi si trova in difficoltà economiche, chi prova a sopravvivere ai margini di questa società ingiusta, chi è povero, non merita una casa». Miracolo: l'europarlamentare di Avs ha scoperto (e ammesso) che ci sono stati tre morti. Che però non erano solo persone. Erano anche (e soprattutto) carabinieri. Servitori dello Stato. Morti mentre indossavano, con dignità, quella divisa.
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Ieri Ilaria Salis ha voluto però dire la propria anche sull’omicidio di Pamela Genini. «Il patriarcato uccide. E la sua morte ci addolora, ci sconvolge, ci fa provare immensa rabbia. Per smantellare questa maledetta struttura sociale che perpetua il potere degli uomini su di noi, serve approfondire la rivoluzione culturale avviata dalle lotte delle donne in tutto il mondo, e consolidarne gli avanzamenti». Non contenta, la militante della Banda del Martello, ha regalato una delle sue perle. «Occorre anzitutto educazione, welfare ed eguaglianza economica: solo così potremo costruire una società dove le donne siano libere e sicure, mai più subordinate al dominio maschile».
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