
Trump incorona Meloni: "Sui dazi ci sarà l'accordo". Vertice Usa-Ue a Roma

«Great person», così Donald Trump accoglie Giorgia Meloni alla Casa Bianca nel giorno dell’anniversario dell’accordo che ha consentito a Cristoforo Colombo di partire dal porto di Palos con le tre caravelle. Meloni non è partita certo per trovare una nuova rotta verso le Indie, ma per convincere Trump a trovare un’intesa con l’Europa sui dazi e non solo. Un primo risultato lo ottiene quando il presidente statunitense accetta il suo invito a Roma. Un’opportunità, sottolinea Donald, «per incontrare il resto d'Europa», e «rendere l'Occidente di nuovo grande».
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È la prima leader dell'Unione ad avere un bilaterale alla Casa Bianca dallo scoppio della guerra dei dazi. E a Bruxelles sono in molti a sperare che il primo ministro italiano riesca a sfruttare i suoi buoni rapporti con l’amministrazione statunitense per ammorbidire la posizione del presidente, soprattutto dopo che il commissario per il Commercio Maros Sefcovic non è riuscito a portare a casa un accordo. «L'Italia può essere il migliore alleato in Europa degli Stati Uniti solo se Meloni resta il primo ministro» chiarisce il presidente americano. E le cose sembrano mettersi da subito sul giusto binario, entrambi, infatti, si dicono ottimisti sulla possibile intesa fra Washington e Bruxelles. Tanto che nella Sala Ovale davanti al caminetto Trump smentisce addirittura di aver bollato gli europei come parassiti. «No, mai. Non ho idea di che cosa stia parlando» replica alla domanda del giornalista, nonostante ci sia anche un video che testimonia quell’uscita infelice.
Ovviamente i toni accomodanti dell’inquilino della Casa Bianca sono dovuti anche al fatto che la premier conosceva bene i suoi desiderata e li ha usati in modo strategico per «ammorbidire» il tycoon. In cima a questa lista c’è sicuramente l’aumento delle spese militari. Sulla questione difesa, l'Italia è pronta ad aumentare il suo impegno al 2% del Pil, conferma la premier. «Siamo consapevoli che la difesa sia un tema particolarmente importante in questo tempo», spiega in conferenza stampa dopo il bilaterale a porte chiuse: «L'Italia sta raggiungendo il 2% come è stato già deciso, non abbiamo parlato di una specifica percentuale ma sappiamo che la difesa è importante per il futuro e abbiamo esaminato anche il lavoro che c'è da fare». Gli Usa avrebbero voluto un impegno maggiore, fino al 5%, ma la premier sa bene che è una percentuale non raggiungibile dall’Italia in questo momento.
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Fra i dossier affrontati nel bilaterale c’erano anche i capitoli sullo spazio e l’energia. Roma aumenterà le importazioni di Gnl (Gas naturale liquefatto) dagli Stati Uniti: «L'Italia dovrà aumentare le importazioni energetiche e anche il nucleare - afferma - Stiamo cercando di svilupparlo». Poi la promessa sugli investimenti italiani negli Usa. «Le imprese italiane investiranno nei prossimi anni circa 10 miliardi, il che mostra come le nostre economie siano interconnesse» rivela la premier.
Sul fronte Ucraina, il presidente americano scommette in una "pace" a stretto giro: «Possiamo salvare le vite umane, ci stiamo avvicinando a una soluzione. Sentiremo la giustizia a breve. Vogliamo che finiscano i massacri», scandisce. E annuncia l'accordo sulle terre rare: «Si potrebbe firmare oggi, ma credo che verrà firmato il prossimo giovedì e presto vedremo se si potrà rispettare», precisa, aggiungendo che «l’Italia è stata molto utile nel sostegno all'Ucraina».
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L'appoggio senza riserve di Meloni a Zelensky, però, nel caso di Trump non c'e: «Non accuso Zelensky» per la guerra in Ucraina, «è una guerra che non doveva proprio iniziare», ma quello «che dico è che non ha fatto il migliore dei lavori, non sono un suo grande fan», ammette l'inquilino della Casa Bianca.
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