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Sinistra a scrocco, la repubblica da "Amici miei": lotta al governo coi soldi nostri

Roberto Arditti
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Qui non si tratta di fare del moralismo da quattro soldi, né resuscitare battaglie grilline della prima ora (che tanto poi sono finite con sottosegretari a go go, straparlando di «povertà abolita», forse la più memorabile idiozia politica prodotta nel millennio in corso). Niente di tutto questo, per il semplice fatto che nessuna persona di buon senso può negare che la politica ha un costo (perché così funziona la democrazia), quindi per fare le manifestazioni serve che qualcuno metta mano al portafogli. Così come sarebbe assurdo negare l’opportunità di un pubblico finanziamento alla politica, che invece tre decenni di sinistra «manettara» (su questo punto alleata con i fenomeni a cinque stelle di cui sopra) hanno ridotto ai minimi termini (niente ai partiti, qualcosa ai gruppi in Parlamento e nelle assemblee regionali).

Detto ciò, deve essere chiaro che quanto accaduto sabato a Roma non va liquidato come se niente fosse, quindi fa bene questo giornale ad insistere, così come fanno bene (ad esempio a Libero) nel fare lo stesso. Già, perché sabato una manifestazione politica (legittima, naturalmente opinabile, ma comunque ben accetta: abbiamo bisogno di confronti tra idee diverse),totalmente politica (quindi di parte), orgogliosamente politica, è diventata nei gesti e nelle parole di alcuni un evento istituzionale, con tanto di fasce tricolori dei sindaci (e fin qui potremmo anche sorvolare, anche se, sia detto con franchezza, un sindaco ha tutto il diritto di partecipare ad un evento politico, ma lasci stare la fascia: quella serve per cerimonie, commemorazioni, eventi ufficiali della sua amministrazione) e, per quel che emerge da un lavoro di ricerca di Francesco Storace, un evento con tanto di finanziamento del comune di Roma per gli allestimenti del palco e le strutture tecniche. Ci sarebbero anche università (Parma nello specifico) che hanno pagato il viaggio a studenti/partecipanti.

 

Ora, se le cose non stanno così basta dirlo e tutto si sistema. È giusto che la città capitale metta a disposizione servizi di ordine pubblico, pulizia ed altro per le manifestazioni politiche, ma deve mantenere un distacco ragionevole, in modo Svetlana Celli (Pd) «È stata una legittima iniziativa di Roma Capitale per difendere i valori condivisi dell’Europa» tale da non diventare finanziatore di questa o quella iniziativa, perché poi diventa impossibile gestire l’elenco di quelle sostenute e quelle abbandonate a se stesse.

Facciamo un esempio, così ci capiamo. Se adesso un giornale di destra lancia una manifestazione in cui dice che Italia ed Europa devono considerare naturale, proficuo ed imprescindibile il rapporto con l’America di Donald Trump (a occhio la piazza potrebbe anche riempirsi di più) come si comportano le citate amministrazioni pubbliche? La domanda sarà anche birichina, Alessandro Luparelli (Sce) «Una piazza senza simboli di partito aperta a tutti e tutte. Destra allergica a questo sentimento democratico» ma è del tutto fornita di fondamento. Anche perché basta tornare un po’ indietro con la memoria e ricordare i sindaci in opposizione al governo guidati dal Governatore De Luca sino alla soglia di Palazzo Chigi, altra giornata dall’uso non proprio impeccabile della fascia tricolore.

Insomma emerge un certo vizio a sinistra: pensare che quello che conviene alla propria causa politica è buono per l’Italia, quindi può essere serenamente «vestito» con il tricolore.

Ma questa idea (peraltro palesemente bislacca) è figlia di quella convinzione di «superiorità morale» che non sta scritta in nessuna legge, che nessuno ha codificato in un buon libro, che gli elettori non accettano minimamente, tanto è vero che votano ogni volta in modo diverso (e spesso facendo perdere la sinistra).

Quindi, tornando alla piazza di sabato, occorre chiarire una volta per tutte che le istituzioni non hanno «figli e figliastri» in materia di manifestazioni, occorre stabilire unavoltapertutte che il colore politico di una amministrazione non può tradursi in sguardo amichevole (con tanto di servizi costosi forniti gratis) verso quelli che ti stanno simpatici, perché così diventa tutto opaco.

Trovi dunque la sinistra il coraggio di fare quello che non ha fatto sin qui, sfidando su questo terreno anche le forze di governo. Presenti una proposta di legge per introdurre (finalmente)un robusto finanziamento pubblico, gestito in autonomia dai partiti e votato dal Parlamento. E poi si chieda alle amministrazioni locali di tenersi alla larga da forme ambigue di finanziamento. Non ci serve la Repubblica da «Amici Miei».

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