
Pd, l'imbarazzo di Schlein per l'indagine sul tesoriere dem. Esplode il caso

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Giulio Andreotti aveva proprio ragione. E quella frase, diventata così iconica da aver rappresentato un'intera epopea politica, ieri è riecheggiata nella testa di chi ha dovuto confrontarsi con la notizia dei 36 indagati (e tra questi 31 arrestati) accusati di associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio in Campania. Perché tra i soggetti coinvolti c'è anche il tesoriere regionale del Partito Democratico, Nicola Salvati. E qui che casca l'asino. Perché, al di là del doveroso rispetto per la presunzione di innocenza, è evidente come vi sia una questione morale grande come una casa, un autentico cratere aperto in seno al principale partito di opposizione. I dem hanno sempre urlato a squarciagola contro la doverosa e necessaria difesa dei confini nazionale, portata avanti dal governo Meloni. La vicenda di Salvati potrebbe far pensare ad un interesse, nei confronti dell'immigrazione clandestina, che per i dem possa andare al di là di questioni strettamente ideologiche. Che cioè, dietro ai deliri no border, alle accuse di fascismo al centrodestra e all’indiscriminato sostegno alle Ong possa celarsi la voglia di tuffarsi su un business milionario.
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E questo, è facile comprenderlo, è un dubbio, una remota ipotesi che Elly Schlein non può assolutamente permettersi di tenere in piedi. Un'ombra scurissima che va, al più presto, illuminata. Anche perché non si può non ricordare come la donna dai tre passaporti abbia cercato di riportare la questione morale, di berlingueriana memoria, tra i punti nevralgici della sua segreteria. Già ieri l'imbarazzo del Nazareno era del tutto evidente. E non è un caso che Salvati sia già stato sospeso. «In relazione all’inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Salerno – si legge in una nota - il dottor Nicola Salvati, coinvolto nell’indagine per la sua attività professionale, è stato sospeso dall’anagrafe degli iscritti del Pd e sollevato dall’incarico di tesoriere regionale, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza e in applicazione dello Statuto e del Codice etico del partito». Il centrodestra non è rimasto in silenzio. Ad iniziare dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «L'inchiesta della Direzione Distrettuale di Salerno, che ha portato a 36 indagati e svelato oltre 2mila richieste false di permessi di soggiorno, conferma ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli – ha scritto il leader di Fdi sulle proprie pagine social - un sistema che speculava sull'immigrazione, sfruttando cittadini stranieri disposti a pagare pur di ottenere un permesso di soggiorno e alimentando un giro d'affari illecito da milioni di euro. Non a caso, abbiamo deciso di rafforzare i controlli per impedire che le quote di ingresso regolare finiscano nelle mani di chi sfrutta l'immigrazione per fare affari. E non a caso, ho presentato un esposto all'Antimafia per fare luce sulle troppe anomalie di questo sistema. L'immigrazione non può essere lasciata in balìa della criminalità. Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità».
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La tecnica utilizzata dal segretario del Pd è sempre la stessa, in casi simili: restare in silenzio, in attesa che passi la nottata. E che, magari, emerga una notizia più fresca, utile per far “dimenticare” le magagne campane. «Elly Schlein batta un colpo invece di attaccare continuamente il governo – ha ricordato il deputato campano di Forza Italia, Tullio Ferrante - è sempre più evidente che tra i progressisti esiste una questione politica e morale. A differenza di certa sinistra schierata con chi alimenta il business dei migranti, noi continueremo a portare avanti le politiche di contrasto dell’immigrazione clandestina, a tutela della legalità e dei cittadini».
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