
FI lancia l'idea dell'immunità. Chi grida allo scandalo? Quelli che difendono Ilaria Salis

«Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti». Il principio più iconico, reso immortale dal capolavoro di Luigi Pirandello, «Uno, nessuno, centomila», calza a pennello sulla doppiezza di giudizio, tipica della sinistra italiana.
Un'ambiguità che si è trasformata ieri in autentica ipocrisia, quando il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un incontro sull'Africa organizzato da Forza Italia, ha risposto ad una domanda dei giornalisti intervenuti. «Ritorno all'immunità parlamentare? Non ne abbiamo parlato, ma potrebbe anche essere un’idea. Non ne abbiamo parlato neanche in Forza Italia. Io personalmente non sono contrario, però è da discutere per vedere in che termini e come».
Apriti cielo. Sono bastate due frasi che ipotizzavano una possibile discussione (e, al momento, nulla di più) per scatenare una sequenza interminabile di critiche da parte della rive gauche della politica nostrana. «Con tutti i problemi che abbiamo è inaccettabile sentir parlare di immunità per parlamentari e ministri - ha sentenziato il capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella - La destra vuole autoassolversi e avere mano libera».
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La posizione del partito guidato dalla magica coppia del gol, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli è del tutto antitetica a quella tenuta, dallo stesso movimento ecologista, quando si è trattato di candidare all'Europarlamento Ilaria Salis. In quel caso, venne sfruttato il principio dell'immunità, per regalare l'agognata libertà all'ex ospite delle patrie galere ungherese.
E Avs, che ieri ha gridato allo scandalo, alla vergogna e all'autoassoluzione, nella primavera 2024 non trovò disdicevole usare esattamente questa prerogativa riservata agli eletti alla Camera continentale. Sia chiaro, nulla di nuovo sotto il Sole: la sinistra è abituata a dosare i giudizi in base al proprio tornaconto.
La settimana prossima inizierà, in commissione Juri (quella che si occupa dell'interpretazione, dell'applicazione e del controllo del diritto dell'Unione), l'iter sulla richiesta dell'Ungheria per togliere l'immunità a Salis. Che sarà audita, al massimo, a metà del mese di febbraio.
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Sarà interessante scoprire che posizione terranno Fratoianni e soci, ma non serve un mago delle scommesse per ipotizzare le barricate.
Avs però non è stato ieri l'unico partito progressista ad aver bocciato l'ipotesi di un ritorno all'immunità. «E dopo il ripristino dei vitalizi al Senato, l’abolizione del reato per i politici che abusano del loro potere, l’aumento degli stipendi dei ministri e la imbarazzante difesa della ministra Santanchè tenuta incollata alla poltrona, ecco che ci provano con l’immunità e il ritorno di uno scudo che renda intoccabili esponenti del governo ed eletti». Queste le parole del leader grillino, Giuseppe Conte. Che sui propri social ha poi aggiunto: «Capite a cosa servono i piagnistei di Meloni e soci contro i giudici, a creare il clima adatto ad aumentare privilegi, soldi e spazi di impunità per i politici, mentre si colpiscono i cittadini comuni con nuovi reati e tagli anche sulle buste paga. Siamo governati dalla Marchesa del Grillo? Questi qui sono in pieno delirio di onnipotenza».
Ovviamente non poteva mancare al concerto dei tromboni stonati il Pd. «Non solo è irricevibile, ma non tiene minimamente conto del sentimento del Paese ha detto il senatore dem Walter Verini- Messa così si configura come un nuovo capitolo della guerra della politica contro la magistratura».
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