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Elezioni Abruzzo, assalto di Travaglio e Scanzi a Marsilio. Rampelli: “Violato il silenzio elettorale”

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Fabio Rampelli non trattiene la sua furia per lo show anti-Marsilio andato in scena ieri sera, a poche ore dall’apertura delle urne per le elezioni regionali in Abruzzo. Il vicepresidente della Camera espone così la questione: “Ieri sera una nota rete televisiva nazionale, Canale 9, ha premeditato l’ennesimo colpo basso contro Marco Marsilio nel programma ‘Accordi&Disaccordi’. Ha superato ogni limite ospitando due mentitori seriali, Marco Travaglio e Andrea Scanzi, con delega a colpire due obiettivi, entrambi illegali. Rompere il sacro silenzio elettorale e inventare a 8 ore dall’apertura delle urne una inesistente condanna che avrebbero subito il presidente della Regione Abruzzo e sua moglie. Non solo Marsilio non è mai stato condannato, ma nemmeno è stato mai indagato…”.

 

 

“Due comizi pieni di calunnie con tanto di presunta sentenza in primo grado di giudizio - sbotta Rampelli -. Saremmo in presenza della prima condanna della storia in assenza di un’indagine, una sorta di processo mediatico inventato da due giornalisti pagati per mentire. Ultimo episodio di una campagna elettorale gestita con l’uso della menzogna e della violenza verbale dai leader della sinistra Schlein, Conte, Renzi e Calenda. Se avessero un briciolo di coscienza esprimerebbero solidarietà a Marsilio e a Stefania e una condanna netta per l’uso del silenzio elettorale a fini oltretutto denigratori”. 

 

 

Ma Rampelli non ha finito: “La coalizione a trazione comunista ha investito troppo sulla rimonta e ora non sa più come porre rimedio alla sempre più chiara vittoria di Marsilio, resta solo la carta leninista della criminalizzazione dell’avversario, da utilizzare a bruciapelo. Si è superata ogni misura. Intervenga oggi stesso Agcom con una reprimenda e condanni questo canale di cialtroni a una multa esemplare. Al resto penserà la magistratura che comminerà a Travaglio - la previsione del deputato di Fratelli d’Italia - l’ennesima condanna per diffamazione”.

 

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