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Pozzolo, ritirate altre 5 armi. Pronta la sospensione da FdI

Luigi Frasca
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A Emanuele Pozzolo sono state ritirate sei armi che teneva nella sua casa di Vercelli, tecnicamente non è un sequestro come non è una revoca del porto d’armi. Due giorni fa è partita la procedura, dopo la formalizzazione dell’iscrizione di Pozzolo al registro degli indagati, dalla Prefettura di Biella, competente per territorio in quanto il deputato è residente a Campiglia Cervo. Il minirevolver, portato da Pozzolo alla festa, è sotto esame del Ris di Parma. Sequestrato anche il proiettile estratto dalla coscia sinistra del ferito ricoverato all’ospedale di Biella e poi dimesso con una prognosi di 10 giorni. C’è da scommetterci che fra le domande che oggi verranno poste a Giorgia Meloni durante quella che doveva essere la conferenza stampa di fine anno e poi, per colpa dell’otolite che ha colpito il premier, è diventata la conferenza di inizio anno ci sarà anche quella su Emanuele Pozzolo.

 

 

Il deputato FdI che alla festa di Capodanno a Rosazza, in provincia di Biella, avrebbe esploso un colpo di pistola ferendo Luca Campana, il marito della figlia di uno degli uomini della scorta di Andrea Delmastro. Il sottosegretario alla Giustizia era presente alla festa organizzata da sua sorella Francesca, sindaca di Rosazza. «Non so nulla della dinamica perché non ero presente quando è successo il fatto, e quando sono rientrato era già accaduto tutto» precisa Delmastro. Pozzolo potrebbe auto sospendersi nei prossimi giorni, intanto è indagato per reati di lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi, è stato sottoposto all’esame Stub da parte dei carabinieri e gli investigatori hanno compiuto i rilievi scientifici all’interno dei locali della Proloco per individuare i residui della polvere da sparo. Nel frattempo Marco Romanello, avvocato di Campana ha fatto sapere che «nei prossimi giorni valuteremo: ci sono due mesi di tempo per depositare querela».

 

 

Adesso il deputato può presentare le sue controdeduzioni contro il provvedimento del prefetto. In caso di mancato accoglimento i carabinieri prenderanno in consegna fucili e pistole. A quel punto Pozzolo potrà ricorrere al Tar e successivamente al Presidente della Repubblica. Ma perché Pozzolo aveva un’arma? In seguito a delle minacce web arrivate da esponenti vicini al governo iraniano per l’appoggio del deputato alla resistenza contro il governo di Teheran gli è stato concesso il «porto d’armi per difesa personale» il 12 dicembre dalla Prefetttura di Biella guidata da Silvana D’Agostino. Una licenza che si aggiunge a quella già in possesso di Pozzolo per detenere armi, una pistola e quattro carabine, ma solo per uso sportivo. Per Pozzolo viene disposta la «Vgr», la Vigilanza generica radiocollegata, la prima forma di tutela.

 

 

Non è una vera e propria scorta ma prevede un passaggio durante i turni di pattuglia di polizia e carabinieri sotto casa del deputato e nei luoghi frequentati. Nel frattempo le opposizioni attaccano la maggioranza chiedendo anche le dimissioni di Delmastro. Debora Serracchiani ha dichiarato: «Dimissioni di Pozzolo? Un deputato che va con un’arma carica a una festa di Capodanno dove ci sono bambini è un fatto tutto politico, non va derubricato a fatto di cronaca o giudiziario. Un rappresentante della Repubblica non può permettersi certi comportanti». Riccardo Magi, segretario di Più Europa, chiede una stretta sulle armi: «Su questo attendiamo una presa di posizione della presidente Meloni già nella conferenza stampa di domani, così come più in generale sul fenomeno della circolazione delle armi legalmente detenute, che sono sempre più di frequente strumenti di omicidi e femminicidi in particolare». Chiara Appendino del M5S sottolinea come stiano «finendo le parole per questo governo immorale ed arrogante che dimostra totale disprezzo del popolo italiano».

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