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Roma, in piazza contro l'antisemitismo: da Salvini al Pd la politica si unisce

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Dario Martini
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Oggi alle 19 la politica si unisce contro l’antisemitismo e il terrorismo. Lo farà in piazza del Popolo, a Roma, per rispondere all’appello di Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, e di Victor Fadlun, a capo della Comunità ebraica di Roma. Ci sarà Matteo Salvini, che sin dall’inizio si è schierato al fianco di Israele. Non si può dimenticare, infatti, la manifestazione organizzata dalla Lega il 4 novembre scorso a Milano. Ma oggi ci sarà anche una delegazione del Partito democratico. A meno di sorprese, non ci sarà Elly Schlein, ma sicuramente saranno presenti componenti della sua segreteria. Una presa di posizione per certi versi inaspettata. È la prima volta, infatti, dopo due mesi dalla mattanza di Hamas dello scorso 7 ottobre, che il Nazareno sceglie di metterci la faccia senza timore di inimicarsi il popolo pro Palestina.

 

 

A convincere il Pd, probabilmente, è stato l’appello dalla senatrice Liliana Segre che ha invitato tutti ad accorrere questa sera in piazza del Popolo: «Si pensa sempre che sia finita, che il mondo sia andato avanti. E invece si devono rivedere ebrei braccati e uccisi in quanto ebrei; chiamati a discolparsi in quanto ebrei; indotti a nascondersi in quanto ebrei». La senatrice, sopravvissuta alla Shoah, ha aderito convintamente alla manifestazione. Già un mese fa aveva espresso il suo sgomento per ciò che è accaduto: «Non mi sento di parlare di questo argomento perché altrimenti mi sembra di avere vissuto invano». La piazza di oggi è stata convocata per «dire no a ogni forma di oltranzismo, per difendere e ribadire i diritti costituzionali di libertà di religione, di pensiero e parola». Di Segni e Fadlun ricordano in una nota che «da sempre gli ebrei italiani fanno parte del tessuto sociale del paese arricchendolo con una cultura millenaria e nel rispetto di ogni compagine sociale, culturale, politica e religiosa». Devono aver fatto male le immagini delle scorse settimane a cui purtroppo ci siamo abituati: le bandiere con la stella di David bruciate in piazza, gli slogan pro Hamas, gli insulti e le minacce ad Israele definito «Stato terrorista», come se i terroristi non fossero coloro che il 7 ottobre scorso hanno stuprato e sgozzato donne e bambini inermi.

 

 

Tra le forze politiche che hanno aderito alla manifestazione in piazza del Popolo ci sono anche i Cinque Stelle, che parteciperà con una sua delegazione, e Azione. «Il M5S è determinato a contrastare in ogni luogo e con ogni mezzo qualunque deriva di antisemitismo, odio, intolleranza e discriminazione», scrivono i grillini. «Dobbiamo continuare a combattere senza tregua ogni forma di intolleranza, razzismo, antisemitismo e totalitarismo. Per questo motivo Azione aderisce convintamente alla manifestazione», spiega Carlo Calenda su X. L’unica altra volta che la politica si è unita in difesa di Israele è stata all’indomani dell’attacco di Hamas. Era il 10 ottobre, in occasione della fiaccolata organizzata dal Foglio. Oltre a diversi ministri, erano presenti tutti i partiti di maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, FdI e Noi Moderati) e quasi tutti di opposizione (Pd, Più Europa, Italia Viva e Azione). Poi è iniziato il conflitto. E la sinistra ha iniziato ad aumentare le distanze. Oggi può essere l’occasione di cancellare tutti i distinguo.

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