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Femminicidio, Feltri se la prende con le discriminazioni: "Di chi è la colpa"

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Femminicidi, dopo la tragedia di Giulia Cecchettin tutti si misurano con il cortocircuito culturale all'origine del dramma della giovane uccisa in modo brutale dal suo ex fidanzato. A volte, però, si perde di vista l'obiettivo e si tende ad addossare la responsabilità indistintamente a tutto il genere maschile. Proprio di questo parla Vittorio Feltri nella sua rubrica pubblicata sull'edizione de Il Giornale del 29 novembre. "Non stiamo semplicemente discutendo di violenza contro le donne - scrive Feltri - bensì abbiamo imbastito un processo, peraltro senza contraddittorio e senza difesa, al maschio in quanto tale. È l’esecuzione di un genere intero cui si addossano responsabilità e colpe di una minoranza di rappresentanti del genere in questione. Trattasi di un’attività turpe, vergognosa, incivile, barbara, che si conclude, appunto, con la macellazione collettiva di tutti gli uomini, me e te inclusi, caro mio. Da giorni sopportiamo che si dica di noi che siamo responsabili delle azioni delittuose compiute da pochi, che siamo complici, omertosi, rei, tossici, depravati, deviati, porci, molestatori, pericolosi, violenti, bruti. Queste sono discriminazioni di genere, che vorrebbero trovare legittimità nel fatto che ad uccidere Giulia, come le altre 104 donne ammazzate quest’anno prima di lei, è stato un maschio".

 

 

 

"Questa mattina - prosegue il direttore editoriale de Il Giornale - si riuniva il Consiglio regionale lombardo, di cui faccio parte in qualità di consigliere per il gruppo di Fratelli d’Italia. Mi credi se ti dico che anche in questa occasione non si è fatto altro che discettare di femminicidio e dell’assassinio di Giulia, di cui si sostiene che siano colpevoli pure le istituzioni, non solo questi poveri maschi criminalizzati?...Ognuno parlava di femminicidio per dare prova della sua adesione al politicamente corretto. A cosa è servito? A nulla- Purtroppo queste esibizioni personali non hanno alcuna utilità. Ancora una volta sono stati tirati in ballo il patriarcato, lo Stato, il maschio. Temo che non riusciremo mai più a smontare questi preconcetti, che vengono assorbiti dalle menti deboli, prive di carattere, non brillanti, propense al conformismo".

 

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