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Vittorio Feltri contro la deriva del femminismo: "Non fate guerre al maschio"

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Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha riaperto una ferita che non si è mai davvero chiusa. C'è chi parla di patriarcato, chi più semplicemente di violenza maschile. Come che sia, in questi giorni il genere maschile è sottoposto a una sorta di processo sommario. Ne parla anche Vittorio Feltri nella sua rubrica quotidiana pubblicata il 24 novembre su Il Giornale. "Non mi aspettavo che il femminismo ci avrebbe condotti a questo e penso che tale conflitto tra i sessi non sia che una deriva, una stortura, una deformazione del femminismo stesso che da lotta per l’effettiva parità si è trasformato in una lotta al genere maschile - ha scritto Feltri - Un giorno mi sono accorto che non dibattevamo più di grandi temi, che l’universo femminile era passato dalla lotta per i diritti alla lotta per le vocali. E ora dalla lotta per le vocali alla guerra fratricida al maschio...Cosa direbbero le donne se scendessimo in piazza a urlare insulti che fanno di tutta un’erba un fascio, che pongono tutte sullo stesso livello, che bollano tutte le donne in una certa maniera. Sarebbe uno scandalo. Sarebbe uno scandalo se per le azioni di poche, fossero anche 200, o 1000 le colpevoli di qualcosa, noi discutessimo di «femminilità tossica».

 

 

 

Feltri sottolinea anche i molti passi avanti che sono stati fatti nella parità dei diritti tra uomini e donne. "Certo, ancora tanto c’è da compiere per raggiungere una eguaglianza che sia reale, ma tanti passi, enormi passi, sono stati compiuti - prosegue Feltri - tanto è vero che all’interno delle istituzioni, anche quelle europee, non soltanto italiane, primeggiano le signore, come Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo. Le donne comandano, decidono, rivestono ruoli apicali. L’Ue è un organismo sovranazionale guidato dalle donne. Dove sta questa misoginia? Dove?".

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