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Gennaro Sangiuliano replica sui fondi al cinema: "Io crocifisso da una casta ricca"

Pietro De Leo
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Quando affronta il punto della polemica di questi giorni, per il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano scatta un intenso applauso della platea del Teatro Brancaccio, dove Fratelli d’Italia ha chiamato a raccolta i suoi dirigenti e militanti in occasione del primo anno di governo. «Sono stato crocifisso sui giornali da una casta molto, molto ricca, solo perché mi sono permesso di dire che ci sono cose sospette che ti fanno riflettere, film che ricevono milioni e milioni di contributi pubblici e vengono visti da pochissime persone, solo perché mi sono permesso di toccare questo santuario di potere», dice il titolare della Cultura a proposito delle critiche mosse da parte della sinistra politica e culturale.

 

 

Poi aggiunge: «Il tax credit è passato dai 400 milioni del 2019 ad oltre 800 milioni, una cifra enorme che cui si potrebbero fare tante cose».
Un esempio pratico: «Si potrebbero acquistare tante macchine per la Tac per abbattere liste di attesa». E, osserva ancora Sangiuliano: «Faremo un piccolo taglio, ma vogliamo incidere sul meccanismo di spesa e renderlo più efficiente». Dunque, «aver parlato di una riforma non significa non ritenere l’audiovisivo fondamentale, un’industria importante per l’Italia, che riconosco e davanti alla quale mi inchino. Ma solo per aver pensato di rendere il sistema più efficiente, uno viene crocifisso». Il ministro passa poi in rassegna altri risultati conseguiti in questo primo anno di governo: «Sono stato al Louvre, ho richiesto alla direttrice» del museo parigino «la restituzione di sette vasi trafugati ad Ostia. Non sono opere che risalgono all’epoca di Napoleone, ma di beni trafugati qualche decennio fa».

 

 

Poi una delle sue iniziative qualificanti: «In due settimane abbiamo fatto il biglietto nominativo al Colosseo e sono molto orgoglioso di aver fatto pagare il Pantheon che genera 1,2 milioni al mese: la gente continua ad affluire». Inoltre, «siamo generosi, con le domeniche gratuite, ingressi gratis ai giovani e agli anziani: tutto questo si raccorda a una visione identitaria, i musei ci raccontano una storia e per questo ci mettiamo tantissima cura». Sangiuliano poi si sofferma sull’effetto-leva del comparto che sovrintende: «La cultura è un grande fattore di sviluppo socioeconomico: al ministero della Cultura, nel 2023, abbiamo assunto 1.500 persone, altre 1.000 ne assumeremo nel 2024».

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