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Brennero, braccio di ferro di Salvini con l'Austria: "Più controlli, l'Ue ci darà ragione"

Pietro De Leo
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È ancora intenso il braccio di ferro politico tra Italia ed Austria che ha per oggetto le limitazioni al transito dei mezzi pesanti al Brennero imposte dal governo di Vienna. Una iniziativa adottata con motivazioni di tutela ambientale (contraddetta, però, dall’impatto che le lunghe code e i disagi comunque creano) e che il vicepresidente del Consiglio e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha sempre contestato. Ieri, è arrivato proprio al passo del Brennero ed ha annunciato un’iniziativa imminente dell’Italia. «Dopo anni di chiacchiere, di tavoli, di tempo perso - ha detto chiaro - che l’Austria non vuole risolvere il problema creando un danno ambientale, economico, lavorativo, sociale all’Italia, all’Alto Adige, a tutto il resto d’Europa». Dunque, ha aggiunto Salvini, «per la prima volta nella storia il Governo italiano farà ricorso alla Corte di Giustizia europea per chiedere di fermare un atto illegittimo, arrogante, che porta inquinamento, traffico, caos e disparità economica tra imprenditori e autotrasportatori, italiani, tedeschi, europei nei confronti di quelli austriaci». E ha spiegato, Salvini: «Sono convinto che la Corte ci darà ragione, perché questo dice il diritto. Da Vienna c’è una palese violazione dei trattati internazionali sulla libera circolazione di uomini e mezzi».

 

 

Inoltre, parlando alla tappa bolzanina de «L’Italia del sì», Salvini ha affermato, alludendo a Ursula von der Leyen: «Non capisco perché non si sia mai mossa la presidente della Commissione europea, forse per vicinanza partitica ai suoi alleati austriaci». Il ministro dei trasporti, peraltro, sembra voler prefigurare una sorta di mossa di reciprocità. «Non vorrei che fossimo costretti a controllare tutti i mezzi provenienti dall'Austria. Parlerò con il ministro dell'Interno che ha la competenza per aumentare i controlli di chi entra in Italia, per controllare le manutenzioni e le regolarità dei mezzi», ha affermato. L’iniziativa di Salvini, peraltro, ha incontrato il favore della categoria degli autotrasportatori. «Abbiamo deciso di essere al fianco del ministro perché per la prima volta si stanno compiendo ulteriori e più decisi passi in avanti rispetto ai fiumi d'inchiostro inutilmente versati dai Governi precedenti nelle missive all’Europa», ha dichiarato Paolo Uggè, Presidente della Fai-Conftrasporto. La Cna-Fita del Trentino Alto Adige, dal suo canto, ha osservato: «Le nostre aziende non sono più in condizione di sostenere i costi ed i pesantissimi disagi causati dai divieti di circolazione per i mezzi pesanti imposti dal Land Tirol». E ancora, hanno sottolineato dalla sigla: «Quasi 2,9 milioni di veicoli pesanti, di cui 980.000 italiani, subiscono i divieti. Tenendo conto che un veicolo transita al Brennero in media 4 volte al mese per 48 volte l'anno, possiamo quantificare il danno annuale in 168.000 euro di aggravio di costi per una piccola impresa e di 310.000 euro l'anno per una media impresa. In totale, 251 milioni di euro l'annodi danno per le imprese italiane con mezzi pesanti. Nel periodo 2018-2022, il danno ammonta a 1,25 miliardi di euro. Considerando i danni di filiera, l'impatto economico sull'Italia ammonta a 1,8 miliardi di euro in 5 anni». Dunque un impatto pesantissimo sul comparto.

 

 

L’annuncio di Salvini circa la volontà di rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea costituisce un’accelerazione ulteriore dopo quella dell’11 luglio scorso, quando la Commissaria Ue ai trasporti Adina Valean, durante una riunione dell’Esecutivo europeo, aveva annunciato ai suoi colleghi che sono in preparazione procedure di infrazione contro i Paesi che applicano restrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti sul proprio territorio. Sarebbe proprio l’Austria, nello specifico, la destinataria dell'iniziativa.

 

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