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Salvini rilancia l'energia nucleare: obiettivo produzione nel 2033

Luigi Frasca
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L’impegno a un ritorno al nucleare entro dieci anni con il via nei prossimi giorni a una «piattaforma nazionale» per l’energia sostenibile. «L’impegno è che questo sia un governo di legislatura e che se ben avremo lavorato è che ci siano anche i 5 anni successivi. Nell’arco di 10 anni sono convinto che la prima produzione di energia da nucleare sarà questo governo, con questa attuale formazione che potrà inaugurarla», ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante il suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Sul nucleare, ha aggiunto Salvini, «sono convinto che l’Italia debba riavviare entro quest’anno la nostra ricerca e la nostra partecipazione». Poi, su Facebook, il viceministro ha scritto: «Conto che entro il 2023 questo governo abbia la forza di spiegare agli italiani perché, nel nome della neutralità tecnologica, non possiamo dire di no a nessuna fonte energetica, a partire dal nucleare». Salvini ha poi spiegato che «siamo tra i pochissimi Paesi al mondo ad aver detto di no, ma io ritengo che l’Italia debba entro quest’anno, riavviare la propria partecipazione al nucleare».

 

 

E intanto, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha convocato per il prossimo 21 settembre la prima riunione della «Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile». L’incontro, presieduto dal titolare del Mase, si terrà presso la sede del ministero di via Cristoforo Colombo. La «piattaforma», ha spiegato Pichetto Fratin al Forum Ambrosetti, costituirà il soggetto di raccordo e coordinamento tra tutti i diversi attori nazionali che a vario titolo si occupano di energia nucleare, sicurezza e radioprotezione, rifiuti radioattivi, sotto tutti i profili. In particolare, si punta allo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale e a elevati standard di sicurezza e sostenibilità. L’attività della piattaforma, coordinata dal Mase con il supporto di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) e di Enea, sarà finalizzata anche a rafforzare il contributo dell’Italia nella ricerca e nell’alta formazione universitaria (corsi di laurea, laurea magistrale e dottorati di ricerca), implementare la cooperazione e la partecipazione a livello europeo e il coordinamento dei progetti e delle attività a livello nazionale tra Università ed enti di ricerca.

 

 

La svolta nucleare trova d’accordo il leader di Azione, Carlo Calenda: «Dal punto di vista della transizione energetica, ci troviamo più d’accordo su questo governo sull’uso del gas l e la necessità di sviluppare l’energia nucleare perché altrimenti non arriveremo mai agli obiettivi dati per ragioni tecniche». Il leader di Azione ha commentato le scelte condivise del Governo spiegando che «credo che Meloni sia entrata a Palazzo Chigi con il vestito di Meloni e sulla soglia si è cambiata e si è messa il vestito di Draghi». Critico, invece, sull’energia nucleare è il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: «Non é vero, come ha detto Salvini, che l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che non ha centrali nucleari, la Germania ha chiuso le centrali nucleari e la Spagna prevede di chiudere entro il 2035, tanto per fare un esempio. Quanto poi all’idea di far partire in tempi brevi il cosiddetto "nucleare di quarta generazione" che non esiste, Salvini e Pichetto dovrebbero vedere cosa è accaduto in Francia con il nucleare: Edf sommersa dai debiti è stata nazionalizzata e i francesi lo sanno bene perché, visto che non hanno ancora avviato la centrale di Flammaville i cui lavori sono iniziati nel 2007 e ancora non sono terminati ed è passata da un costo di 3,7 miliardi di euro a oltre 18 miliardi».

 

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