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Meloni andrà a Caivano: “Offriremo sicurezza alla popolazione, no a zone franche”

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Giorgia Meloni andrà a Caivano, accogliendo l’invito arrivato da don Maurizio Patriciello dopo gli abusi di gruppo sulle due cuginette di dodici e undici anni. L’intenzione del governo, ha spiegato il premier Giorgia Meloni in consiglio dei ministri, è quella di «bonificare l’area» di Caivano dove sono avvenute le violenze sulle due cuginette. Quella del presidente del Consiglio, secondo quanto annunciato in cdm, «non sarà una semplice visita: offriremo sicurezza alla popolazione» e ha aggiunto che d’intesa con i ministri Matteo Piantedosi e Andrea Abodi il centro sportivo «deve essere ripristinato e reso funzionante il prima possibile (terminate le pratiche di burocrazia dovrebbe poi essere affidato al gruppo sportivo delle Fiamme Oro, ndr)», in modo tale da evitare che i clan pensino di avere a disposizione «zone franche». Inoltre il premier Giorgia Meloni ha voluto esprimere «tutta la nostra vicinanza alla giovane vittima dello stupro di Palermo». Al governo si era appellata nel pomeriggio la famiglia (nonostante le pressioni e minacce ricevute nel quartiere) di una delle due vittime che hanno denunciato lo stupro di branco nel quartiere popolare del Parco Verde.

 

 

L’avvocato Angelo Pisani ha anticipato una parte della missiva che sta predisponendo in queste ore e che verrà inviata via pec alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per chiedere di riunire la famiglia separata dal Tribunale per i minorenni di Napoli, trovare loro una sistemazione alternativa lontano dal rione popolare nato per i terremotati irpini del 1980 e affrontare in consiglio dei ministri il tema «dell’emergenza minori». «È inutile parlare sempre di camorra o mafia, il problema più grande in queste zone, oltre all’ignoranza e il degrado, sono la pedofilia, la prostituzione anche minorile, i bambini utilizzati come merce e questa madre ora chiede di poter scappare», afferma il legale. Ma non è finita qui: «Lo Stato e le istituzioni - prosegue Pisani - hanno il dovere di intervenire mettendo a disposizione altri alloggi, in una città più normale e sicura, per una famiglia che ha subito un crimine inspiegabile e a volte irreparabile». Per farlo serve un luogo dove la bambina abusata, i suoi genitori, i fratelli «possano ritrovare un minimo di pace e stare assieme affinché, oltre che vittime, queste persone non debbano anche subire la beffa di essere allontanate e continuare a vivere all’inferno». «Così come lo Stato aiuta e assiste i pentiti di mafia, i criminali utili per la causa - ha concluso il legale - più che mai le vittime devono essere aiutate».

 

 

Ma le manifestazioni di sostegno alle vittime e alle loro famiglie non sono finite, dato che martedì alle 18 è stata convocato un sit-in indetto dai comitati cittadini al Parco Verde per mostrare sostegno e solidarietà alle vittime della violenza sessuale - forse avvenuta in più di una occasione su cui indaga la Procura per i minorenni di Napoli e quella ordinaria di Napoli Nord - fra giugno e luglio all’interno del Delphinia Sporting Club, un centro sportivo abbandonato nel quartiere popolare riempito solo di detriti, materassi, scritte e svastiche sui muri e già teatro di episodi di violenza e morti da overdose. Un’area in cui da anni regna il degrado e l’inciviltà. L’appuntamento è alle ore 18 presso la parrocchia di San Paolo Apostolo, guidata da don Patriciello che ha bollato la vicenda come «scempio da addebitare agli adulti» e ha detto di temere «una sorta di guerra civile» fra le famiglie coinvolte. Da lì ci si muoverà a piedi proprio fino al centro sportivo Delphinia. Sperando che questa manifestazione e l’intervento annunciato dal premier Giorgia Meloni possa definitivamente far cambiare rotta al Parco Verde di Caivano.

 

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