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Il Pd si fa i selfie sulla nave Ong fuorilegge: è la linea Schlein sui migranti

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Dario Martini
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La storia si ripete. Era il 2019 quando una delegazione di sinistra, tra cui figuravano Matteo Orfini, Graziano Delrio e Nicola Fratoianni, salì a bordo una nave di una Ong, la Sea Watch, ferma davanti al porto di Siracusa. Era l’estate del 2019, rimasta negli annali per la stretta sugli sbarchi voluta dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sono passati quattro anni e il Pd torna a salire su un’altra Ong, la nave Open Arms bloccata nel porto di Marina di Carrara, con tanto di selfie e foto ricordo per immortalare il momento.

L’Open Arms è stata raggiunta da un fermo amministrativo di venti giorni e di una multa fino a diecimila euro per aver violato la normativa introdotta dal governo che proibisce di compiere più operazioni di soccorso. L’Ong, infatti, avrebbe dovuto recarsi nel porto indicato dalle autorità subito dopo il primo salvataggio, cosa che non sarebbe avvenuta. Alla fine sono stati sbarcati 196 migranti. La nave, però, in virtù del provvedimento di fermo, al momento non può lasciare il porto toscano. Così i politici dem sono passati all’azione. A capitanarli èla senatrice Ylenia Zambito, che ha pubblicato sul suo profilo Facebook le foto dell’"ospitata" a bordo. Con lei anche Stefania Lio, visegretaria del Pd toscano.

 

«Questa mattina, insieme ad una delegazione del Pd Toscana, siamo saliti sulla Open Arms, ferma al porto di Carrara, a manifestare la nostra solidarietà all’equipaggio dopo il fermo amministrativo subito per aver effettuato altri due salvataggi dopo il primo - scrive Zambito Abbiamo visto che per gli oltre 200 naufraghi che si recuperano ogni volta in mare è disponibile uno spazio angusto. Per questo abbiamo capito quanto siano disumane le scelte del governo Meloni di indirizzare i migranti in porti lontani dal luogo di salvataggio, quanto sia disumano il decreto Cutro che vieta i salvataggi plurimi, quanto sia ipocrita il Governo che prima chiede aiuto alle Ong per recuperare i naufraghi per poi sanzionarle qualche giorno dopo. Quanto sia assurdo colpire le Ong che trasportano solo il 4% dei migranti che arrivano in Italia». La senatrice dice di aver capito anche «che il tanto sbandierato accordo che il governo ha fatto con la Libia non ha sortito alcun effetto». In realtà, l’accordo è stato fatto con la Tunisia.

 

«Abbiamo compreso che queste persone hanno diritto di essere trattate con umanità e che come dice il presidente Mattarella "occorre percorrere strade diverse. Se non se ne avverte il senso di fraternità umana, per una miglior sicurezza"», conclude la senatrice. La visita a bordo dell’Open Arms è perfettamente in linea con la posizione del partito. Anche ieri Elly Schlein è tornata ad attaccare il governo per quella che definisce «una guerra alle Ong» che non fanno altro che «sopperire alla mancanza di una Mare Nostrum europea». Nei giorni scorsi ha definito «reato di solidarietà» l’obbligo per le Ong di dirigersi verso il porto indicato dalle autorità e il divieto di compiere soccorsi multipli, pena una multa e il fermo amministrativo. Giorgia Meloni le ha risposto sottolineando la ratio della legge, per cui «non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani». 

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