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Le sfide del governo, Meloni pronta ai dossier su giustizia, banche e manovra

Benedetto Antonelli
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Le vacanze estive di Giorgia Meloni sono agli sgoccioli. Dopo il viaggio di 4 giorni sotto Ferragosto in Albania, ospite dal suo omologo Edi Rama, il presidente del Consiglio è tornato alla masseria pugliese di Ceglie Messapica con la famiglia. Ma sta già preparando il rientro a Roma, dove sul tavolo l’attendono diversi dossier caldi: dalla riforma della giustizia alla tassazione degli extraprofitti delle banche fino alla questione del salario minimo. Il primo Consiglio dei ministri è fissato per lunedì prossimo, 28 luglio. Intanto, ieri, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che si trova in vacanza con il premier, ha postato su Facebook una foto che ritrae proprio Meloni con un grande vassoio pieno di granchi. Scrive Lollobrigida: «Oggi mangiamo granchio blu! Eccezionale». Il crostaceo che sta invadendo i mari italiani è una grande minaccia, soprattutto per i produttori di vongole e cozze. Per far fronte al problema, il governo ha dato il via libera alla pesca straordinaria con l’uso di cestelli e reti da posta fissa. Ma torniamo ai dossier di fine estate che segneranno anche l’inizio dell’autunno, che la stessa Meloni ha previsto essere «impegnativo».

 

 

 


MANOVRA E CUNEO Settembre segna l’avvio della preparazione della manovra: entro il 27 il governo deve presentare la Nadef, ovvero l’aggiornamento delle stime economiche indicate in primavera nel Def. Entro il 15 ottobre, dovrà inviare a Bruxelles il Documento programmatico di Bilancio. Le maggori risorse saranno destinate alla conferma del taglio del cuneo fiscale, considerata una «priorità». Secondo le prime stime, la manovra dovrebbe essere di 25-30 miliardi, dieci dei quali da destinare appunto alla conferma del taglio del cuneo.
EXTRAPROFITTI Tra i primi provvedimenti c’è il decreto Asset, approvato dal Cdm prima della pausa estiva che contiene la norma sulla tassa sugli extraprofitti delle banche. Misura che non convince Forza Italia, tanto che il vicepremier Antonio Tajani, ha da subito annunciato modifiche in Parlamento. FdI e Lega, però, sono determinati ad andare avanti. L’iter inizierà al Senato. Il provvedimento è stato inizialmente incardinato alla Camera, ma poi spostato al Senato, ramo da cui inizierà l’iter.
MIGRANTI Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato un decreto già per settembre con cui si metterà mano al tema molto delicato dei rimpatri e dei centri d’accoglienza con procedure semplificate e più veloci.
SALARIO MINIMO Se ne riparlerà infatti non prima di inizio ottobre (anche in questo caso dopo la sospensiva di due mesi voluta dal centrodestra e votata dalla Camera). Stesso tempo (60 giorni) indicato dalla premier per tentare una soluzione condivisa su lavoro povero e salari bassi, con il coinvolgimento del Cnel, a cui il premier ha affidato il compito di approfondire la materia.
GIUSTIZIA Il Parlamento inizierà ad affrontare anche la riforma Nordio: il ddl è stato assegnato alla commissione Giustizia di palazzo Madama, ma l’iter si preannuncia in salita, alla luce delle polemiche già suscitate dalle norme sulla cancellazione del reato di abuso d’ufficio, i limiti al potere di appello del pm e l’ampliamento dei divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni.
AUTONOMIA E RIFORME Percorso in salita anche per l’autonomia differenziata, il cui esame è partito al Senato ma le opposizioni hanno subito dato battaglia, ottenendo alla ripresa dei lavori l’audizione del Comitato nominato dal ministro Calderoli sui Lep (Livelli essenziali delle prestazioni). Poi si entrerà nel vivo con le votazioni sugli emendamenti. In autunno, poi, la ministra Elisabetta Casellati dovrebbe presentare la riforma costituzionale che mira all’elezione diretta del premier.

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