Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Caso Vannacci, il ministro Crosetto si sfoga: "io diverso da chi mi attacca"

  • a
  • a
  • a

Caso Vannacci non si placano le polemiche sul caso del libro scritto dal generale dell'esercito successivamente rimosso dagli incarichi di comando. A prendere la parola è direttamente il ministro della Difesa, Guido CRosetto. «Se il generale Vannacci avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questo io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da ministro. Chi mi attacca, da una parte o dall’altra, si sarebbe comportato all’opposto. Si, siamo diversi, e molto». Così su X il ministro della Difesa Guido Crosetto torna a intervenire sulle polemiche che lo hanno investito dopo i provvedimenti presi contro il generale Roberto Vannacci.

 

 

 

Ma quali sono state le reazioni scatenate dal libro del generale? «Ha fatto molto bene il Ministro Crosetto a definire prontamente "farneticazioni" le tesi razziste, omofobe e violente espresse pubblicamente e rivendicate a più riprese dal Generale Vannacci. Ed è doverosa la decisione dell’Esercito Italiano di rimuoverlo dal suo incarico. Chi ha ruoli di rappresentanza in nome della Repubblica italiana non può professare tesi razziste e discriminatorie». Così in una nota il senatore del Pd Francesco Verducci, vice Presidente Commissione Antidiscriminazioni del Senato. «La libertà di espressione non è mai assoluta - sottolinea - essa ha un limite nel rispetto della dignità altrui. Questo è sancito dalla nostra Costituzione, che tiene insieme, nell’ordine, gli articoli 2 e 3, che sanciscono la dignità inviolabile della persona e l’eguaglianza tra ogni cittadino, e l’art. 21, che garantisce pluralismo e libertà di espressione. Se la libertà di espressione vìola dignità ed eguaglianza, essa non è più tale, diventa linguaggio discriminatorio che è l’anticamera dell’istigazione all’odio».

E, a sorpresa, critiche al ministro sono arrivate da destra. «Credo che la Meloni si renda conto dell’errore commesso dal suo Ministro ma è un suo amico. E lei i suoi amici non li mette mai in discussione». Lo afferma ad Affaritaliani.it Gianni Alemanno, storico leader della destra sociale, sul caso del generale Roberto Vannacci. Per l’ex sindaco di Roma, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sbagliato «perché per rispondere immediatamente agli articoli di Repubblica ha condannato aprioristicamente per tweet uno dei miglior ufficiali dell’Esercito italiano. In questo modo ha contemporaneamente piegato la testa al politicamente corretto e offeso la sensibilità dei corpi speciali che sono quelli che si sacrificano di più per far fare bella figura all’Italia. Se a questo si aggiunge che Crosetto, nello scenario ucraino come in quello dell’indopacifico, si atteggia a guerrafondaio, c’è veramente da rimanere basiti. Ci va lui in prima linea?». Crosetto, conclude quindi Alemanno, «doveva difendere l’onore del suo generale e demandare la questione alla giustizia militare. Così lo ha condannato prima di qualsiasi accertamento serio».

Dai blog