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Generale Vannacci, Donzelli travolge il Pd: "Cosa vuole, gulag e lapidazione?"

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Giovanni Donzelli, capo organizzazione di Fratelli d’Italia, tiene acceso il caso scatenato dal libro del generale Roberto Vannacci. Intervistato dal Corriere della sera, l'esponente di FdI afferma che "non ho avuto tempo di leggere" il libro autoprodotto "ma se qualcuno si ritiene offeso ci sono gli organismi preposti. Difendere la famiglia non è omofobia, è la Costituzione".

 

Diversi i passaggi ritenuti da più parti omofobi e razzisti e che hanno provocato una polemica sfociata con la decisione dello Stato Maggiore dell’Esercito che ha rimosso Vannacci dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze. "Non entro nel merito. Se qualcuno si sente offeso ci sono gli organismi preposti - ribadisce Donzelli -. Ma non spetta a me dare un timbro di bontà o no delle idee. Non è che dobbiamo fare gli agenti del politicamente corretto". "Chi ha dato al Pd il diritto di autoproclamarsi censore? Non è che si è mostri, razzisti, nazisti, antidemocratici se non la si pensa come il Pd. Se ne facciano una ragione - attacca quindi il deputato -. Uno può decidere se leggere il libro o se comprarne altri. Ma non vorrei arrivare al principio che si scrivono idee solo se piacciono al Pd".

 

Come detto Vannacci è stato rimosso dall’incarico. "Leggo che il Pd e le sinistre dicono che non basta. Ma cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano? In un mondo libero si scrive ciò che si pensa", conclude Donzelli soffermandosi sull’azione disciplinare avviata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto: "Ha fatto benissimo. Non so se ha letto o no il libro ma, rappresentando un ministero delicato, ha attivato un meccanismo previsto dalle procedure dell’esercito. In modo che si potesse verificare se ciò che ha fatto corrisponde alle regole militari oppure no. Prima di appartenere a un partito un ministro è un uomo delle istituzioni". 

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