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Salario minimo, le opposizioni partono male: piattaforma per le firme in tilt

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Luigi Frasca
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 Lo avevano promesso all’uscita dall’incontro a palazzo Chigi con la premier e il governo, e le opposizioni si sono subito messe in moto per raccogliere, unite, le firme a sostegno della proposta di legge sul salario minimo. Una pdl, e quindi una raccolta firme, che vede i partiti di minoranza uniti con la sola eccezione di Italia Viva. Ora è stato lanciato il sito salariominimosubito.it, dove chi vuole può firmare la petizione. La piattaforma è stata subito presa d’assalto, nelle prime ore, tanto che il sito è andato in tilt per troppi accessi e per troppo traffico. «Stiamo cercando di rimediare, ci scusiamo», hanno subito fatto sapere fonti dei partiti che sostengono la petizione.

«Se pensi anche tu che in Italia bisogna fissare un salario minimo, mettici una firma!»: così il Pd per primo ha lanciato l’iniziativa sui suoi account social ufficiali, invitando i sostenitori a firmare, perché, spiegano i dem, «dopo mesi di battaglia in Parlamento e fuori, siamo andati al confronto con il governo a difendere e spiegare la nostra proposta sul salario minimo, ma la destra frena, prende tempo e non ha nessuna proposta alternativa. Tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori sono poveri anche se lavorano. Non possono aspettare», conclude il Pd, che allestirà banchetti anche nelle piazze e alle Feste dell’Unità. «Firmate, abbiamo bisogno del vostro supporto», chiede con un tweet la segretaria dem, Elly Schlein.

 

«Coinvolgere il Cnel di Brunetta, che peraltro in passato si è pubblicamente espresso contro questa misura, è solo un modo per gettare la palla in tribuna mentre 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a percepire paghe da fame», rimarca il leader M5S, Giuseppe Conte, che sul suo account Facebook pubblica «il link con tutte le istruzioni. Vi chiedo di firmare la petizione e di contribuire a diffonderla tramite i vostri contatti».

«È importante firmare la petizione sul salario minimo per favorirne l’approvazione. È una misura di civiltà in un paese dove la povertà lavorativa è già troppo diffusa. Èunaprotezione giusta ed equa contro lo sfruttamento che hanno tutte le grandi democrazie liberali», twitta il leader di Azione, Carlo Calenda. E a sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli decidono di lanciare l’iniziativa con due video su Twitter. «È importante firmare», dice pure il segretario di +Europa, Riccardo Magi. Ma la maggioranza resta sulle sue posizioni. Dalla Lega è il senatore Gian Marco Centinaio a chiosare: «Raccogliere firme serve a farsi notare, non a migliorare i salari dei lavoratori». E Il senatore Salvatore Sallemi (FdI), assicura: «Presenteremo una proposta credibile, non ideologica», mentre il segretario di FI, Antonio Tajani, ribadisce che la priorità è detassare gli stipendi. 

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