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Reddito di cittadinanza, indagini in tutte le regioni sui mancati controlli

Edoardo Romagnoli
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La Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti, insieme a tutte le procure regionali, sta acquisendo informazioni e documenti su singoli casi di percettori illeciti del reddito di cittadinanza. Un seguito rispetto all’esposto, datato novembre 2022, in cui veniva ipotizzata un’erogazione a pioggia del reddito per una sorta di «voto di scambio, pagato con i soldi pubblici». In pratica l’Inps, sotto la gestione Tridico, avrebbe omesso di fare i controlli favorendo una distribuzione il più ampia possibile della misura di sostegno economico per "sostenere" la crescita del Movimento 5 Stelle nei territori, specialmente in quelli dove risiedeva la percentuale più alta di percettori. Basti pensare che il 60% di chi ha usufruito del reddito di cittadinanza risiedeva in quattro regioni: Campania, Sicilia, Lazio e Puglia. È stato rilevato come ci sia stata una forte correlazione dal punto di vista geografico e territoriale fra la quota di beneficiari e la percentuale di voti al Movimento alle elezioni politiche. Per questo nell’esposto si è parlato di «voto di scambio grillino». Vero o no, è tutto da dimostrare.

 

 

Però, nel frattempo, Tommaso Foti, capo gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha annunciato l’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare proprio sulla gestione del reddito di cittadinanza sotto l’ex presidente Pasquale Tridico. Sul punto è tornato anche il senatore Maurizio Gasparri. «È assolutamente necessaria una verifica in sede parlamentare sull’operato di Tridico. E personalmente, per evitare che si perda tempo con l’istituzione di un’apposita Commissione che richiede una legge e un’approvazione da parte di Camera e Senato, quindi una procedura lunga mesi, penso che si possa procedere, nell’ambito delle Commissioni Lavoro di Camera o Senato, a un’indagine conoscitiva che può essere immediatamente deliberata e che potrà servire, con le opportune audizioni, a mettere in luce il comportamento di Tridico e le conseguenze della lottizzazione grillina». Notizia a cui il leader del M5S ha reagito parlando di «bullismo istituzionale».

 

 

Eppure che sui controlli qualcosa non sia andato esattamente per il verso giusto non ci sono solo le centinaia di notizie sui percettori furbetti, ma anche lo stesso Tridico nel suo libro «Il lavoro di oggi. La Pensione di domani». In cui si legge, in un passaggio, che «le verifiche sono state davvero lacunose. I controlli venivano fatti dopo». Non solo, anche il procuratore generale della Corte dei Conti Angelo Canale, nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, sottolineò come ci fosse un controllo, da parte della Corte, per verificare se ci fosse «una condotta gravemente inadeguata ai propri doveri mediante omissione, dolosa o per colpa grave, di controlli dovuti ai sensi di legge». Non solo. È un fatto noto che i Direttori regionali dell’Inps dai controlli a tappeto che hanno effettuato hanno dimostrato la sussistenza di una percentuale altissima di furbetti del reddito di cittadinanza che sarebbe pari al 40-50%, in pratica un richiedenti su due. Una percentuale così alta che, se trasposta sui 20 miliardi totali di costo della misura, si potrebbe ipotizzare che l’ammontare complessivo delle somme indebitamente erogate potrebbe raggiungere anche 8-10 miliardi di euro.

 

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