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Landini sbraita ancora contro il governo e riusa l'arma dello sciopero generale

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Il governo «fa cassa sui più poveri, taglia il reddito di cittadinanza e in Parlamento si vota un’altra sanatoria fiscale» mentre «rifiuta il confronto con le parti sociali con tavoli finti dove non c’è nessuna trattativa ma solo un incontro alla presenza di tanti piccoli sindacati anche di quelli che hanno firmato contratti pirata». È un fiume in piena il leader Cgil, Maurizio Landini mentre dai microfoni di Metropolis di Repubblica.it mette in fila tutti i motivi che porterà il sindacato verso uno sciopero generale contro la legge di bilancio. «Non stiamo dando un ultimatum, la finanziaria è il momento di fare determinate scelte che se no fatte porterà il paese a sbattere» tuona Landini. Una decisione, questa, che sarà presa insieme ai lavoratori: «Tra settembre e ottobre faremo migliaia di assemblee coinvolgendo anche giovani, precari e pensionati ai quali chiederemo di votare per sostenere le nostre proposte e sottoscrivere un impegno ad una mobilitazione che potrà prevedere anche il ricorso allo sciopero generale».

 

 

I rapporti con il governo d’altra parte stanno vivendo da tempo un momento contrastato: «La cartina tornasole è il fisco su cui il governo sta tutelando gli interessi forti. La premier va a Catania a dire che il fisco è un pizzino, capito?», prosegue il numero uno della Cgil. «E in un paese in cui c’è un’alta evasione fiscale e dove i lavoratori dipendenti e i pensionati sono più tartassati di chi prende una rendita il governo sta costruendo un blocco sociale sulla parola d’ordine: chi non paga le tasse è un furbo». Il sindacato, spiega ancora Landini, comunque intende andare fino in fondo anche su altre partite: sull’autonomia differenziata, ad esempio, dove «siamo pronti a raccogliere le firme per fare un referendum», ma anche sulla precarietà le cui leggi restano nel mirino della confederazione di Corso Italia.

 

 

Inoltre il leader del sindacato ha commentato l’ipotesi di una commissione d’inchiesta nei confronti dell’ex presidente Inps, Pasqaule Tridico, per gli scarsi controlli su eventuali abusi in tema di reddito di cittadinanza: «Un governo che sta attaccando l’autonomia della magistratura e poi pensa lui di fare le commissioni di inchiesta al posto della magistratura secondo me ha preso un colpo di sole, è il caldo, una cosa fuori luogo. Il rischio che vedo è il cambio di natura del ruolo anche del Parlamento perché se ci sono delle cose che sono illegali c’è la magistratura. E allora – chiosa Landini - si utilizzino gli strumenti che sono necessari, non le commissioni d’inchiesta».

 

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