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M5S, sul finanziamento pubblico si consuma la rottura Conte-Patuanelli

Luigi Frasca
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«Sul Corriere della Sera il nostro Stefano Patuanelli esprime una sua opinione, del tutto personale, sul finanziamento pubblico dei partiti. L’ho sentito e mi ha spiegato che il suo è un discorso generale e astratto sui partiti e sulla democrazia. Mi ha chiarito, però, che non firmerebbe mai nell’Italia attuale e con la politica attuale una legge per il finanziamento pubblico dei partiti. Lo dico senza girarci intorno: la posizione del M5S è sempre stata e resta contraria al finanziamento pubblico dei partiti». Così su Facebook il leader del M5S Giuseppe Conte, che aggiunge: «Il M5S è la dimostrazione vivente che si può fare politica senza imporre costi ai cittadini. E che si può fare politica senza svendere le proprie battaglie, mettendosi in alcuni casi al libro paga di grandi lobby o addirittura di Stati esteri, come fa qualche noto parlamentare».

 

 

Il M5S «continua a mantenere un’altra idea di politica, testimoniata dai fatti: oltre 100 milioni di euro a cui abbiamo rinunciato tra rimborsi elettorali e indennità degli eletti; risorse restituite ai cittadini, alle imprese, alle scuole; taglio dei vitalizi e dei parlamentari, con risparmi per le casse pubbliche e dunque per il portafogli dei cittadini. Rispetto ad altre forze politiche noi abbiamo sempre scelto una via diversa, sicuramente più faticosa ma a cui non rinunceremo», afferma ancora Conte, assicurando che «continueremo a fare le nostre battaglie senza imporre nuovi costi ai cittadini ma puntando sull’autofinanziamento e, al massimo, sulla libera scelta delle singole persone di voler sostenere anche economicamente le nostre battaglie, che sono le loro battaglie. Come ad esempio con il 2×1000. Che è una scelta del singolo cittadino di contribuire all’azione di una singola forza politica, non un costo imposto dalla politica alle persone contro il loro volere. Continueremo a fare questo, continueremo ad essere questo».

 

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