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Cgil, Landini ora rifiuta il dialogo: “Dal governo solo una finta”

Dario Martini
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Per il segretario della Cgil il dialogo con il governo è «finto». Su queste basi, secondo Maurizio Landini, il confronto è inutile. Ecco le sue parole testuali pronunciate in onda ad Agorà Estate su Rai 3: «Il governo pensa di rispondere alla sua maggioranza, i confronti che finora ci sono stati sono finti, non c’è una vera discussione. Come sindacati abbiamo avanzato alcune richieste, sulla riforma delle pensioni, quella fiscale, sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro». Poi se l’attacco alla ministra del Lavoro: «Gli incontri con la Calderone? Sono finti, se vengo a discutere di pensioni e tu non mi dici quante risorse ci vuoi mettere, di cosa stiamo discutendo? Il governo non ci sta dicendo quanti soldi ci vuole mettere». Che la linea della Cgil sia "barricadera" è un fatto noto. Dopo la pausa estiva, infatti, riprenderanno le proteste in piazza. «Il 30 settembre ci sarà una grande manifestazione che mette al centro la lotta contro la precarietà - dice Landini -. Bisogna estendere i contratti a tutti e l’ingresso deve essere fondato su un unico contratto, basta forme di sfruttamento legalizzate come avvenuto in questi anni».

 

 

La battaglia contro la precarietà, però, stride con la realtà del mercato del lavoro italiano. Almeno se prestiamo fede ai dati diffusi dall’Istat. Già, perché in base alle rilevazioni ufficiali gli occupati nel primo trimestre 2023 sono stati 104mila in più rispetto al quarto trimestre 2022 (+0,4%): l’aumento ha coinvolto i dipendenti a tempo indeterminato (+92 mila, +0,6%) e gli indipendenti (+27 mila, +0,5%), mentre i dipendenti a termine risultano in lieve calo (-15 mila, -0,5% in tre mesi). La tendenza è confermata anche in termini tendenziali se prendiamo come riferimento l’intero anno. Infatti, l’aumento dell’occupazione (+513 mila unità, +2,3% in un anno) coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+3,7%) e gli indipendenti (+1,0%), mentre si riduce il numero dei dipendenti a termine (-2,7%). Insomma, è esattamente il contrario di quanto sostiene Landini: la precarietà sta diminuendo. Ciò non significa che non ci siano problemi da risolvere. C’è ancora molto da fare. Ma l’approccio della Cgil era emerso anche due mesi fa, con la bocciatura del taglio del cuneo fiscale, che considerando l’ultima legge di bilancio e il decreto del primo maggio, ha portato nelle tasche degli italiani con i redditi più bassi fino a 100 euro in più al mese. Landini, però, tira dritto.

 

 

L’altro fronte su cui intende dar battaglia è quello delle pensioni. «Sono passati mesi» e sul superamento della legge Fornero e «il governo non ha ancora detto cosa succede». Il segretario della Cgil pone una serie di domande: «Si supera la legge Fornero? Discutiamo di dare una pensione di garanzia ai giovani? Diciamo che con 41 annidi contributi si può andare in pensione? Si introduce la flessibilità in uscita a 62 anni? Si riconosce il lavoro di cura? Non abbiamo avuto dice - nessuna risposta. Se la discussione è cambiare qualche virgola della legge Fornero non ci interessa. Il governo non ci sta dicendo quanti soldi ci vuole mettere. A fine anno si torna alla Fornero in modo secco». La risposta a queste domande arriva dal sottosegretario al ministero dell’Economia Federico Freni: «Se ci saranno o non ci saranno risorse lo vedremo quando avremmo fatto la Nadef (la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, ndr). Ribadisco, la riforma è che un obiettivo di legislatura perché chi vuole fare le cose di fretta le fa male. Quindi i sindacati stiano tranquilli, non si preoccupino, questo governo farà le cose per bene perché non ha alcuna fretta di farle perché non le vuole fare male. La riforma delle pensioni è un obiettivo di legislatura, quota 103 è una soluzione di passaggio verso la soluzione definitiva che per noi è e resta, come da programma elettorale, quota 41».

 

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