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Marcucci asfalta Grillo: “Frasi che fanno accapponare la pelle, specie a un evento dove c'è il Pd”

Pierpaolo La Rosa
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Andrea Marcucci, ex parlamentare del Partito Democratico, ha rilasciato un'intervista a Il Tempo. Queste le sue parole:

Andrea Marcucci, come giudica la mossa di Elly Schlein che si è presentata ieri al corteo del M5S, a Roma, contro la precarietà?
«Una decisione, a suo modo, di chiarezza cristallina. La segretaria del Pd ha chiuso un dibattito, in realtà mai aperto dopo la sua vittoria alle primarie, sulle alleanze. I dem hanno definito, direi senza se e senza ma, un accordo speciale con Giuseppe Conte e con il M5S. Come dire, auguri».

Il Pd si sta ormai rendendo subalterno al Movimento 5 stelle, come più di qualcuno sottolinea?
«Una china purtroppo in atto da tempo. L’unica differenza è che fino a poco tempo fa si poteva sperare che il ruolo propulsore spettasse al Pd. Con la decisione di ieri della segretaria, mi pare chiaro invece che i dem si accorderanno alla piattaforma di altri. Con una battuta, si potrebbe dire che dalla vocazione maggioritaria delle origini siano passati a quella minoritaria di oggi».

 



Il Partito democratico, a suo avviso, si sta spostando sempre di più a sinistra?
«Decisi di non rinnovare la tessera al partito, proprio perché con Elly Schlein al Nazareno, la distanza con il partito, di cui sono stato cofondatore al Lingotto, era diventata troppo ampia. Mi pare che anche i fatti successivi mi abbiano dato ragione».

Un Pd che si fa superare pure dai suoi sindaci sulla cancellazione del reato di abuso d’ufficio, contenuta nella riforma presentata dal Guardasigilli, Carlo Nordio...
«Lo hanno detto tanti primi cittadini in questi giorni, da Matteo Ricci a Giuseppe Sala: la battaglia contro l’abuso d’ufficio è nata proprio dagli amministratori di centrosinistra. Non mi è piaciuta la chiusura del Pd, che dimostra intanto uno scarso rapporto con i propri Enti locali.
Naturale che facciano l’opposizione al governo Meloni, ma non si può dire no a tutto ed uscire continuamente dall’Aula. Sono stato capogruppo dem in Senato durante il Conte 1, un governo che abbiamo fortemente avversato, ma lo facevamo dall’Aula, facendole pulci a tutti i provvedimenti e proponendo sempre valide alternative».

Per provare ad essere un’alternativa al governo di centrodestra, cosa dovrebbero fare i dem?
«Non mi permetto di dare consigli al mio ex partito. Sono presidente di Liberali Democratici Europei, e le dico che i gruppi parlamentari di Italia Viva-Azione stanno riuscendo a fare un’opposizione vera sui temi, distinguendo i provvedimenti sbagliati dell’esecutivo, da quelli positivi. Il piglio riformatore del ministro Nordio va incoraggiato».

 



Non ha alcun rimpianto nell’avere lasciato il Pd, non rinnovando la tessera?
«Sono stato un giovane parlamentare del Pli, poi anni dopo ho fatto il sottosegretario con Rutelli durante il Prodi 2, ho aderito con entusiasmo alla fondazione del Pd con Walter Veltroni. Quando il Pd è cambiato, per assumere una fisionomia per certi versi simile ai Ds del passato, io ho deciso di rimanere fedele alle mie idee. Che per l’appunto sono sempre state liberaldemocratiche».

Cosa pensa delle frasi di Beppe Grillo dal palco della manifestazione del M5S sulle brigate di cittadinanza?
«Una grande tristezza. Sentir riecheggiare vecchie ombre del passato in una manifestazione che vede anche la presenza della segretaria del Pd, fa accapponare la pelle. Nello scontro politico quasi tutto è ammesso, le parole di Grillo superano e di molto il confine della decenza».

Che voto dà a Schlein per questi primi mesi alla guida del Pd?
«Le pagelle ai leader di partito le possono dare solo i cittadini con il voto. Diciamo che le prime elezioni di Elly non sono state particolarmente positive, tutt’altro direi. Però la segretaria del Pd ha davanti ancora tanti appelli amministrativi e poi le elezioni Europee del 2024. Elezioni Europee che saranno molto delicate per tutti; per Giorgia Meloni che dovrà scegliere un nuovo abito per Bruxelles, per Elly Schlein alle prese con il peso reale del suo partito, per noi del Terzo polo che abbiamo l’ambizione di rendere Renew Europe determinante per la prossima maggioranza».

 

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