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Giustizia, il ministro Nordio tuona: "Intercettazioni barbarie da 200 milioni"

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«Le riforme che stiamo facendo sono quelle di cui parlo da anni. Ho ricevuto molte critiche ma non ci sarà alcun bavaglio per la stampa». il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite del Taobuk festival a Taormina, difende la sua riforma ed entra nel merito della polemica sulla pubblicazione delle intercettazioni. Che sono uina «barbarie» che «costa 200 milioni di euro l’anno», ha detto Nordio, parlando delle intercettazioni: «Spendiamo una cifra colossale per inchieste che raggiungono risultati minimi - ha detto il ministro - per intercettazioni inutili su reati minimi e poi siamo indietro di anni rispetto alle tecnologie utilizzate dalle grandi organizzazioni criminali. Anche il Trojan è superatissimo. La criminalità organizzata nazionale e internazionale usa sistemi che non riusciamo a intercettare perché non abbiamo le risorse per farlo".

 

Sul tavolo anche la cancellazione del reato di abuso d'ufficio.  «Se l’Europa ci chiedesse una sorta di rimodulazione del nostro sistema integrato repressivo, noi siamo disposti ad accoglierla, ma non nella forma in cui esisteva l’abuso d’ufficio, che era così evanescente atipico da non avere uguali, tra l’altro, in nessun altro ordinamento europeo», ha detto Nordio. Una fattispecie di reato che spesso blocca l'attività delle amministrazioni con lunghe indagini che nella quasi totalità dei casi si risolvono in un nulla di fatto. 

 

Sulle critiche di settori della magistratura: «L’interlocutore istituzionale del Governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm», ha detto il ministro della Giustizia: «Se un magistrato singolarmente ritiene che dal suo punto di vista una legge sia sbagliata dal punto di vista tecnico, nessuno ha il diritto di dire che interferisce», ha sottolineato in merito alle dichiarazioni del presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia sulla riforma della giustizia. «In questo caso invece si tratta del rappresentante di un sindacato dei magistrati che aveva pronunciato una serie di critiche severissime prima ancora che fosse noto ufficialmente il testo del disegno di legge. Queste cose per me significano interferenze», ha detto ancora il Guardasigilli.

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