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Tunisia: l'offerta di Meloni e von der Leyen a Saied, memorandum d'intesa entro giugno

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Un memorandum d'intesa da approvare entro giugno e 150 milioni subito per le casse del governo. E' l'offerta che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni e il primo ministro olandese Mark Rutte portano in dono al presidente tunisino Kais Saied per rilanciare il partenariato bilaterale e provare a convincerlo ad accettare i prestiti - e le riforme - del Fondo monetario internazionale. Il grosso dei fondi, quello che permetterebbe di evitare il collasso finanziato della Tunisia, rimangono gli 1,9 miliardi di assistenza macrofinanziaria del Fmi, a cui si aggiungerebbero, una volta sbloccati, altri 900 milioni di prestiti da parte dell'Ue.

 

Saied, ancora non ne vuole sapere di accettare le condizioni di riforma richieste in cambio dell'assistenza, ma il pressing della Commissione e degli Stati membri si è intensificato in questi ultimi giorni e il ruolo della vicina Italia è stato riconosciuto cruciale a Bruxelles. Solo martedì scorso la premier Meloni si era recata a Palazzo presidenziale di Cartagine nei pressi di Tunisi. Oggi ci ritorna supportata dall'Esecutivo comunitario e dall'omologo olandese, con cui ha trovato un'insolita sintonia anche sul tema dei migranti. "Vogliamo segnare una tappa importante nel rapporto tra la Tunisia e l'Unione Europea. La Tunisia è un partner che ha molto valore nell'Unione europea", ha esordito von der Leyen, ricordando il supporto alla democrazia tunisina dopo il 2011: "una strada lunga, a volte difficile. Ma queste difficoltà possono essere superate".

 

Il pacchetto proposto a Tunisi si poggia su cinque pilastri: rafforzare i legami economici, aumentare gli investimenti commerciali, stringere una partnership energetica sostenibile e competitiva, la gestione della migrazione e lo sviluppo di programmi di formazione per i giovani come l'Erasmus+. Oltre ai fondi promessi, von der Leyen ha prospettato di rivedere l'accordo commerciale con Tunisi e sviluppare il potenziale in termini di lavoro e crescita della Tunisia. Ha ricorda il cavo sottomarino Medusa che dal 2025 connetterà undici paesi del Nord Africa all'Europa portando la banda larga. Ma anche l'interconnettore Elmed per trasportare elettricità prodotta da energia pulita tra le due sponde del Mediterraneo. Sul tema migranti, la vera sfida che preoccupa l'Italia e l'Europa nella situazione attuale e a maggior ragione in caso di collasso del paese, l'Ue e la Tunisia "hanno entrambi interesse a rompere il cinico modello di business dei contrabbandieri", ha ricordato la numero Uno della Commissione, che ha annunciato "100 milioni di euro per la gestione delle frontiere, ma anche per la ricerca e il soccorso, la lotta al contrabbando e il rimpatrio".

 

Il tutto nel rispetto dei diritti umani, ha sottolineato assieme al premier olandese. Per la premier Meloni, la dichiarazione congiunta tra Ue e Tunisia è "un passo avanti per la costruzione di un vero partenariato con Ue per affrontare al meglio la crisi migratoria e il tema dello sviluppo da entrambi i lati del Mediterraneo". L'obiettivo scritto nero su bianco è arrivare alla firma bilaterale entro giugno e l'inquilina di Palazzo Chigi invita a "lavorare sodo per arrivare al prossimo Consiglio europeo (del 29 e 30 giugno) con un memorandum già firmato tra Ue e Tunisia". Roma, inoltre, è pronta ad accogliere una conferenza internazionale su migrazione e sviluppo sulla Tunisia. Intanto, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è volato a Washington, dove incontrerà il Segretario di Stato americano, Antony Blinken anche in vista della presidenza italiana del G7, e la direttrice Generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, con cui solleverà la questione della crisi finanziaria in Tunisia. "Il Paese ha bisogno di aiuti - aveva affermato in un'intervista prima della partenza - e anche da parte del Fondo monetario serve un approccio pragmatico, non ideologico, all'emergenza economica. Quel Paese non può crollare".

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