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Nato, dal Pd criticano “il ferreo atlantismo” dell'Ue: strappo a sinistra

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Il Pd prende ancora una volta le distanze dalla Nato dopo aver messo per mesi in dubbio il posizionamento di Giorgia Meloni, che ha dato segnali inequivocabili nel suo appoggio all’Alleanza atlantica e a Kiev. «La guerra in Ucraina continua ad avere un andamento drammatico. Tra qualche timido spiraglio e un’accelerazione senza precedenti dell’utilizzo dei più devastanti armamenti. Invano Papa Francesco invoca la pace. Difficile appare anche la missione del Cardinal Zuppi, uomo di straordinaria umanità e fede. L’Europa continua ad essere sostanzialmente assente». Queste le parole di Goffredo Bettini, dirigente nazionale dei dem, con cui si esprime sulle prospettive della guerra in Ucraina in un intervento pubblicato stamattina dall’Espresso.

 

 

«Indebolita nella sua volontà di integrazione, condizionata dagli stati nazionalistici e sovranisti, disciplinata da un atlantismo ferreo che non dà spazio ad alcuna autonomia - tuona Bettini - . Quella autonomia che, invece, nella classe dirigente italiana è stata spesso esercitata. Da Andreotti fino a Craxi». Per Bettini «questa dinamica pare rafforzarsi con il voto del Parlamento Europeo, favorevole a concedere la possibilità per gli stati membri dell’Unione di destinare i fondi del Pnrr alla produzione di munizioni. È giusto e necessario aiutare, anche con gli armamenti, la difesa del popolo ucraino dall’aggressione di Putin. Naturalmente, sviluppando parallelamente un’azione diplomatica per arrivare almeno ad una tregua. Sapendo, anche, che la pace, se la si vuole veramente, comporta un compromesso. Giusto, ma un compromesso». Altre polemiche in vista dopo quelle degli ultimi giorni sul nuovo vicecapogruppo, Paolo Ciani, che ha espresso le sue posizioni contrarie all'invio di armi in Ucraina.

 

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