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I riformisti del Pd preparano il terremoto anti-Schlein: fronda di Bonaccini

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Una lunga riunione, molto partecipata. Ieri pomeriggio Stefano Bonaccini ha visto i parlamentari della sua area. Tanti i presenti da Lorenzo Guerini a Debora Serracchiani, Simona Malpezzi, Graziano Delrio, Piero Fassino, Valeria Valente, Matteo Orfini, Enzo Amendola. Un clima piuttosto effervescente, si racconta, anche a seguito dal caso Piero De Luca di martedì e le parole del neo vicecapogruppo Paolo Ciani sulla revisione della posizione Pd sull’Ucraina. Non sono mancati interventi critici nei confronti della segretaria Elly Schlein. Appunti di merito e di metodo. Ma, si riferisce, al di là di valutazioni più critiche il taglio della riunione «non è stato ostile, né fuoco amico né fronda» piuttosto una «critica costruttiva». 

 

 

E proprio per rendere più concreta questa azione ‘costruttiva’, nella riunione con Bonaccini si è concordato di strutturare l’area, andando anche oltre la mozione congressuale. Si è quindi ragionato di un appuntamento nelle prossime settimane per dare forma all’organizzazione dell’area e ragionare sul Pd, «mettere in campo idee». Del resto lo stesso Bonaccini, parlando in tv, ha insistito sulla necessità che il Pd tenga la barra dritta sulla vocazione maggioritaria «che non è fare da soli, ma avere una cultura di governo e bisogna averla anche stando all’opposizione costruendo un’alternativa in cui non solo si critica ma accanto si mette sempre anche la proposta». Questo sta avvenendo ora nel Pd? «Abbiamo una segretaria che sta lì da tre mesi... Però occorre lavorare per evitare una deriva minoritaria che ci metta in un angolo quando invece dobbiamo costruire un campo molto più largo». Nuovo terremoto tra i dem.

 

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