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Vertice Italia-Libia: stop all'esodo di migranti e accordi sull'energia

Francesca Musacchio
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Dai migranti all’energia passando per infrastrutture e traffico internet. Sono alcuni dei memorandum d’intesa tra Italia e Libia sul tavolo del vertice intergovernativo che si è tenuto ieri a Roma. L’incontro tra Giorgia Meloni e il premier del Governo di unità nazionale (Gun), Abulhamid Dabaiba, in missione ufficiale di due giorni nel nostro Paese, è avvenuto a distanza di sei mesi dal primo viaggio in Libia del Presidente del Consiglio italiano. L’obiettivo è tentare di stabilire rapporti economici anche per facilitare il controllo dell’immigrazione, ma soprattutto la stabilizzazione del Paese nordafricano che, per Meloni, è la priorità dell’Italia. Da Palazzo Chigi fanno sapere che «i due leader hanno discusso anche dell'importanza di indire le elezioni libiche presidenziali e parlamentari il prima possibile, anche con la mediazione delle Nazioni Unite e del Rappresentante ONU Bathily. L'Italia, in tal senso, continuerà a lavorare per assicurare una maggiore unità di intenti della Comunità internazionale per garantire il successo della mediazione delle Nazioni Unite».

 

 

Sul tema migrazioni, Meloni ha espresso preoccupazione in vista della stagione estiva che potrebbe portare ad un aumento degli arrivi sulle nostre coste. Per il Presidente del Consiglio, infatti, «è fondamentale intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico di esseri umani». L’Italia, dunque, «rimane determinata a confermare il suo costante impegno a supporto delle autorità libiche, nella gestione dei flussi migratori e nell'assistenza alle comunità locali attraverso i progetti del Fondo Migrazioni». In quest’ottica è stata firmata una Dichiarazione d'Intenti in materia di rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza da parte del Ministro Piantedosi e il suo omologo libico. Il flusso di migranti che arrivano in Libia per partire alla volta dell’Italia, infatti, non si ferma. Nei giorni scorsi l’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, ha espulso circa 4.000 egiziani attraverso i valichi di frontiera terrestri. I migranti sarebbero stati ritrovati durante le retate contro i trafficanti di esseri umani.

 

 

E mentre Meloni incontrava la delegazione libica, davanti alle commissioni Esteri e Difesa della Camera sono state sentite in audizione alcune Ong. Tra queste Emergency che ha chiesto al Parlamento e al Governo di «revocare il memorandum Italia-Libia, di non prorogare ed espandere le missioni militari internazionali che supportano l'attività della cosiddetta guardia costiera libica e ci rendono complici di crimini contro l’umanità». Insieme a Dabaiba sono arrivati alcuni Ministri del suo governo oltre ai vertici della National Oil Corporation (Noc), l’ente petrolifero statale libico, e la Libyan Post Telecommunications & Information Technology Company (Lptic), la compagnia delle poste e delle telecomunicazioni. Per l’Italia erano presenti i vicepremier Tajani e Salvini, i ministri Piantedosi e Urso e l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. L’incontro è durato circa due ore durante le quali sono stati visionati i memorandum. Tra questi è stato firmato l’accordo tra Termomeccanica Ecologia e Hup, ente libico per lo sviluppo urbano, per la ripresa ed ultimazione dei lavori di depurazione delle acque reflue di Tripoli e Misurata e la firma tra Telecom Sparkle e l'Ente per le poste e telecomunicazioni libiche in vista della costruzione di un cavo-dati sottomarino. Ma la parte più corposa dei memorandum riguarda quella tra Eni e Noc nei settori del petrolio e del gas naturale «per condurre investimenti congiunti in aree offshore, nel bacino del Mediterraneo, e onshore, nel bacino di Ghadames», fanno sapere dal governo di unità nazionale libico. Durante l’incontro si è discusso anche l’embargo aereo a carico dell'aviazione civile libica in Italia che Tripoli punta affinché sia revocato nel breve periodo.

 

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