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Migranti, Foti distrugge l'opposizione Pd: "Una piazzata, non vale nulla"

Claudio Querques
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È un caso la «diserzione» dei quattro Governatori delle regioni guidate dal partito Democratico che non hanno firmato l’intesa sulle nuove regole, la stretta sull’immigrazione. Non hanno accettato la nomina del commissario per l'emergenza migranti firmata dal capo della Protezione civile, Curcio. Uno strappo, un ammutinamento senza precedenti, tanto più che Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia sono sedi di prima e di seconda accoglienza. Tommasi Foti, capogruppo di Fdi alla Camera non ha dubbi: «Mi pare evidente che le Regioni di sinistra per fare un dispetto al governo hanno deciso contro gli interessi dei cittadini che devono amministrare».

Onorevole Foti, Valerio Valenti, (già capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione), non rischia di essere un commissario dimezzato?
«Il nodo è solo politico, non c’è un nodo tecnico. Già in passato fu dichiarata l’emergenza quando il numero di immigrati aveva raggiunto come in questi mesi livelli notevoli. Questa, me lo faccia dire, è semplicemente una “piazzata”».

Da sinistra si obietta che l’immigrazione non è più una emergenza ma ormai un dato strutturale.
«Se fosse vera questa tesi non si capisce perché la sinistra continua a dire che l’arrivo di immigrati in Italia si è quadruplicato. Il terremoto in Turchia, la crisi in Tunisia, la guerra in Ucraina e l’insicurezza in Libia sono fattori che vanno tenuti ben presenti».

Altra obiezione dei Governatori dem: il commissario lede l’autonomia regionale.
«Questa è una dabbenaggine sotto il profilo tecnico e un’idiozia sotto il profilo politico. I commissari ci sono sempre stati. Per la siccità si è messo un commissario nazionale. Il coordinamento è nazionale. Nessuno andrà a sostituirsi alla Regione».

Avremo un’accoglienza «a colori»?
«La loro opposizione vale quando il 2 di coppe quando la briscola è bastoni. È una impuntatura. L’intesa non varrà in quelle regioni lì».

L’altro punto critico è l’eliminazione della Protezione speciale.
«Non è una eliminazione ma un fortissimo restringimento rispetto alle maglie allargate del passato. Faccio presente che nel 2021 di 53 mila domande presentate e 52 mila esaminate, solo 7.000 di quelle accolte riguardano la protezione speciale Alla fine stiamo parlando del 12%; l’anno successivo il 20%. Non riguarda tutti, dunque. Tra l’altro, è una forma di protezione che non è richiesta come "obbligatoria" dall’Europa, ma è rimessa alla discrezionalità dei singoli Stati».

Sul testo finale c’è stata una mediazione per incontrare anche la linea del Quirinale?
«Dei retroscena non mi occupo. L’emendamento presentato toglie elementi di forte criticità che la norma, già ampliata dal governo di sinistra, aveva».

Tanto rumore per nulla?
«Quando non si ha nulla da dire posso capire che si faccia rumore. Si vogliono stringere i bulloni non rispetto ai rifugiati ma rispetto ai clandestini. Ricordo che in alcune città italiane le stazioni sono accessibili sono in orario diurno. Forse qualcuno a sinistra vuole continuare così solo per perseguire un fine politico». Per la Schlein è «una vergogna». «È una opinione che non mi turba».

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